High Quality Food: se non ci fosse bisognerebbe inventarla

Un esempio vincente d’imprenditoria giovane, intelligente e mirata

High Quality Food: se non ci fosse bisognerebbe inventarla

di Valentina Venturato

Simone Cozzi, titolare e amministratore di High Quality Food è un fiume in piena, quasi fatico a stargli dietro. Parla talmente a raffica che con una qualunque domanda temo di fargli perdere il filo del discorso…e se parto con le migliore intenzioni di carattere giornalistico (dove? come? quando? perché? mi racconti di quando…? E quella volta che…?) le lascio per un’altra occasione, perché il titolare della High Quality Food non ce n’ha per nessuno. Lui sa quello che vuole e deve dire e nessuno meglio di lui può parlare della sua creatura. La sua azienda, anzi l’Azienda visto che oltre a rifornire i migliori ristoranti di Roma, Lazio e Italia, dà lavoro a ben 28 persone e di questi tempi non è certo un particolare da sottovalutare.

La sede di HQF si trova ovviamente a Roma e molto meno ovviamente a Pietralata una parte non centralissima della capitale,  infilata in una zona residenziale dove tutto ci si aspetterebbe di trovare tranne un’ azienda che serve più di 1800 clienti e che dal 2000 – anno in cui si è formata – ad oggi, di strada ne ha fatta così tanta che ora sta pensando seriamente ad estendersi sul mercato internazionale. Ma andiamo al sodo e parliamo nel dettaglio di questo arsenale.

High Quality Food: se non ci fosse bisognerebbe inventarla
Simone Cozzi, titolare di High Quality Food

HQF è una piattaforma di ben 1200 mq e con grande soddisfazione Simone mi dice che la sua azienda “è la prima realtà italiana del settore alimentare ad aver avuto il riconoscimento da parte della Regione Lazio come progetto pilota per garantire il regime di promiscuità, ciò vuol dire – continua Simone Cozzi – che tutte le materie prime che necessitano di essere mantenute a temperatura controllata, la carne in primis, ma anche pesce e latticini, non escono mai dalla catena del freddo nella misura massima del 15%”. E mentre Simone mi parla di questo importante progetto, mi indica una centralina dove vengono segnalati i gradi interni della Camera Iperbarica, esattamente 2°C. Questa stanza di 55 mq ha una porta di ingresso che da sul parcheggio esterno da dove escono i prodotti. Questi, una volta usciti dal furgone (refrigerato pure lui, manco a dirlo) passano direttamente in questa stanza. Se il taglio di carne o di pesce è già pronto per essere sistemato nelle celle frigorifero finisce lì il suo viaggio, in attesa di essere venduto all’acquirente, se invece deve essere porzionato, sfilettato o quant’altro passa nel LABORATORIO MOLECOLARE. Qui c’è una persona che tutto il giorno e tutti i giorni (per altro, anche mentre io intervistavo il titolare) è impegnata nella sanificazione delle superfici che entreranno a contatto con i prodotti ma anche delle attrezzature che serviranno per la lavorazione, le stesse che sono costantemente refrigerate sempre a tutela e mantenimento della catena del freddo. Ovviamente anche il tragitto che porterà la materia prima nelle celle frigorifere è a temperatura controllata che non è mai inferiore ai 15 °C. Insomma, non so se è chiaro, ma alla High Quality Food le cose si fanno per bene.

High Quality Food: se non ci fosse bisognerebbe inventarla
Il Laboratorio molecolare

Tutta questa bella chiacchierata ce la siamo fatta nella cucina rosso fuoco, firmata Kitchenaid (tanto per non farsi mancare niente) perché alla HQF un prodotto nuovo non è che viene lanciato con una email urbi et orbi a tutti i 1800 clienti. Ma proprio no! Qui si fanno meeting e convegni per formare la forza vendita ma anche gli stessi chef e clienti che devono toccare con mano, testare, provare il nuovo prodotto che HQF lancia e capire perché tra mille possibili è stato scelto proprio quello. Quindi in questi meeting che potremmo definire formativi dopo la fase tecnica dove dove vengono spiegate le caratteristiche del prodotto x, si passa appunto in cucina per la fase pratica dove si prova e si testa. Tutto questo, giusto perché Simone Cozzi non lascia proprio niente al caso. Non me l’ha detto ma pare che in grande sopra di lui ci sia una scritta a caratteri lampeggianti e cubitali che fa più o meno così “ QUA LE COSE DEVONO ANDARE BENE” il che vuol dire che lui ed il suo team lavorano solo per raggiungere l’eccellenza né un po’ di più né un po’ di meno. Chapeau.

High Quality Food: se non ci fosse bisognerebbe inventarla
La cucina

Per chiarezza, molti dei prodotti distribuiti vengono anche prodotti da HQF come il Beef Shorthonr (850 capi in tutto ma HQF macella solo le femmine scottone di massimo 16 mesi), l’Olio Extravergine di Oliva proveniente dagli ulivi di famiglia in Basilicata, la carne ed i salumi di Cinta Senese, i formaggi laziali e molto altro ancora.

Continua il giro e seguo Simone, il mio Cicerone 2.0, stavolta direzione magazzino con breve sosta volante sugli uffici. Da dietro le vetrate noto scrivanie all’americana, circa otto postazioni, un po’ di presentazioni giusto per capire chi fa cosa. Tutti simpatici e sorridenti. In bella mostra aleggia sulle teste dei vari impiegati il mega super banner del nuovo nato in famiglia HQF, vale a dire il baccalà ottenuto dal Merluzzo Gadus Morhua pescato tra gennaio e febbraio nelle isole Far Hoer e l’Islanda e il cui intero pescato è stato acquistato da HQF e lavorato ad arte per ottenere uno dei migliori baccalà attualmente presenti sul mercato. Parola di Simone Cozzi, e noi ci crediamo.

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Gira che ti rigira arriviamo nel cuore pulsante di questa azienda, il magazzino appunto. Ora non è per dire ma onestamente io di magazzini – per altro contenenti merce dello stesso genere – ne ho visti tanti e senza nulla togliere ai capi magazzino o ai vari operatori, insomma non è che siano proprio da prendere ad esempio per l’ ordine. Qua ovviamente, tutt’altra aria ma pare che in momenti normali (non caotici come questo natalizio) sia ancora meglio tant’è che Simone si sente in dovere di scusarsi per il disordine, rappresentato da alcune colonne di scatole, perfettamente impilate, parcheggiate ahi loro nel posto sbagliato. Avrei voluto rispondere che in tempi non sospetti camera mia, al confronto sembrava fosse stata presa d’assalto da una mandria di bufali impazziti. Ma ho preferito lasciare lui nell’imbarazzo infinitamente inferiore a quello che sarebbe stato il mio…

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Dal magazzino si accede alle varie celle frigorifero, c’è quella della carne da frollare, quella da porzionare, quella già porzionata e confezionata perfettamente sistemata negli scaffali secondo la tecnica a cassetto.

High Quality Food: se non ci fosse bisognerebbe inventarla
La cella frigorifera delle carni

Poi si passa a quella dei salumi dove i vari prodotti non solo vengono stipati e conservati, ma anche stagionati come nel caso del guanciale (proveniente da un salumificio del quale il sig. Cozzi è socio) che viene stagionato nelle celle di HQF per minimo due mesi.

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Salumi nella cella frigo

Non manca il “ripostiglio” dei formaggi dove fanno bella presenza Castelmagno, Pecorino, Parmigiano e giusto vicino la porta (ad altezza testa, la mia) qualche forma di caciocavallo podolico da svenimento.

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I formaggi

E poi ancora, la cella frigorifera dei freschi e freschissimi e infine quella del pesce dove giacciono indisturbati i migliori gamberi viola, astici, polpa di ricci e via così. Caratteristica tutt’altro secondaria di queste celle frigorifero è l’essere costantemente monitorate dal MIPAF tramite una centralina, che le collega con la centrale del ministero ed invia costantemente tutti i dati relativi agli alimenti presenti. Insomma, una sorta di grande fratello dell’alimentare e anche una dura prova per Simone Cozzi che è un po’ come se 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 fosse sotto esame. Verbalizzando sempre un 30 e lode però, tanto che il ministero organizza da lui delle visite formative a dimostrazione di come le cose devono essere fatte.

Ancora magazzino, stavolta però nell’area del secco dove oltre agli alimenti di questa categoria (pasta, farine, legumi, scatolame, oli, etc) ci sono i prodotti di largo consumo. Simone Cozzi mi spiega che a Roma e nel Lazio lui è il primo ad aver offerto un servizio del genere vale a dire di fornitura di materia prima top garantendo a tutti i suoi clienti la consegna la mattina seguente l’invio dell’ordine. Ma il valore aggiunto di questa società è che oltre al prodotto “gourmet” offre anche una vasta gamma di prodotti di largo consumo che incidono profondamente sul fatturato annuo di un ristorante. Simone sintetizza questo processo così “Con un unico ordine noi portiamo allo stesso cliente il foie gras e i guanti di lattice ciò vuol dire che abbattiamo dei costi, come quello di trasporto per esempio. È questa la nostra forza: offrire più servizi e coprendo più richieste contemporaneamente”.

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L’esterno della sede

High Quality Food è la dimostrazione che per fare le cose per bene, ma per davvero, ci vuole preparazione e lavoro ma soprattutto bisogna credere in ciò che si fa proprio come ha fatto Simone Cozzi dodici anni fa quando lasciò il suo bel posto di dirigente in Ford Italia per intraprendere la carriera imprenditoriale. E se leggendo vi è venuta voglia di andare a visitare la sede di HQF ma avete scartato l’idea perché non siete degli chef, avete sbagliato perché Simone Cozzi apre le porte alle famiglie che possono recarsi nei suoi spazi a fare spesa ma presto anche restando comodamente a casa e fare tutto on line.

www.hqf.it

Via Giovanni Penta, 39 – 00157 Roma

Tel.  06 622 72 725