Parlando di Cantina Kurtatsch con il suo enologo Erwin Carli

Kellermeister di Cantina Kurtatsch da gennaio 2023, facciamo con Erwin un bilancio della sua direzione tecnica mentre inizia la vendemmia 2024

Erwin Carli (nella foto di apertura di Florian Andergassen) entra in Cantina Kurtatsch nel 2013, dopo qualche anno di lavoro prima presso Castel Schwanburg, nel 2007, poi dal 2008 da Franz Haas. Prima ancora, durante il percorso di studi presso il Centro Istruzione e Formazione di San Michele all’Adige, aveva fatto esperienze in diverse parti d’Italia ed Europa.

Parlando di Cantina Kurtatsch con il suo enologo Erwin Carli
La barriccaia – foto di Oskar Da Riz

L’ingresso in azienda dieci anni fa e il lavoro accanto ad un grande enologo

Carli entra in azienda a 29 anni come braccio destro di Othmar Donà, l’enologo dal 1992, occupandosi anche di un aspetto molto molto importante, quello del settore agronomico. “Vengo da una famiglia di viticoltori di Mezzocorona e mia nonna era di Cortaccia, dove venivo spesso; qui a Cantina Kurtatsch potevo anche seguire i vigneti, dedicando circa il venti per cento del mio tempo, e poi sicuramente c’era  la possibilità di crescere in responsabilità”.

La Cantina e il paese di Cortaccia rappresentavano in qualche modo la chiusura di un cerchio. E poi dieci anni dopo il passaggio ufficiale a direttore tecnico, ovvero kellermeister della Cantina, dal  primo gennaio 2023. “Ho lavorato dieci anni con Othmar e ho imparato molto; essere il secondo è diverso per tanti motivi, il più semplice è che il venerdì sei fuori dall’azienda anche con la testa, da responsabile invece non puoi spegnere mai. E poi – continua Carli – è normale che davanti a due scelte possibile capitasse a volte che non fossimo d’accordo con Othmar, ma la decisione spettava a lui. Oggi sono io a dover scegliere e quindi a dare la mia impronta, è una sfida e crea eccitazione; organizzare la vendemmia è l’altro aspetto molto importante, che ti coinvolge appieno. In realtà ho iniziato a prendere la responsabilità con la vendemmia 2022, ma sono stato fortunato perché Othmar era presente in azienda e potevo confrontarmi giornalmente. La vendemmia è un passaggio fondamentale, se sbagli il momento giusto puoi non riuscire a fare certi vini. A Cantina Kurtatsch la sfida è importante perché si parte da un livello alto. Quindi ogni scelta che fai deve essere ben ponderata”. Conclude l’enologo che in verità la prima sfida con la quale si è misurato, è stata quella proposta dal presidente Andreas Kofler: i Pinot Nero del 2021.

Terroir ed equilibrio tra freschezza e struttura

Abbiamo assaggiato il Mazon 2021 che ci ha colpito particolarmente, qui trovate i nostri appunti e una netta traccia dello stile di vino che Carli ha in testa. “Nel concetto di terroir c’è la figura umana che conta moltissimo all’interno del  triangolo clima-terreno-varietà. Secondo me la fortuna del’Alto Adige è stata quella di migliorare il vino portando struttura e qualità, però la nostra comunicazione parla sempre di montagna e il mio obiettivo è che la freschezza e la bevibilità si trovino sempre nei vini. La bevibilità in sostanza deve essere sempre conservata. Per esempio preferisco vendemmiare due giorni prima, ma non settimane; intendo che la riduzione dell’alcol è importante, ma nei limiti del possibile, perché non ne deve soffrire la qualità e la longevità. Insomma voglio cercare l’equilibrio andando verso la parte fresca, rispetto a potenza e struttura”.

Studio, ricerca e sperimentazione in vigna e in cantina

Insistiamo su questo aspetto per capire cosa stia facendo Erwin, sia in vigna che in cantina. “Dal 2022 abbiamo iniziato a fare esperimenti in vigna, che si sono rivelati molto efficaci su un annata ricca e calda, mentre nella 2023 gli effetti sono stati minimi. Si tratta di lasciare le foglie più vecchie e togliere le femminelle e anche di ridurre la parete fogliare per  limitare la capacità di produrre zucchero. Ovvio che questo si applica in quei vigneti dove si producono ottocento o mille grammi per pianta. Dove si sta a due chilogrammi il problema non si pone. In questa ottica ormai abbiamo capito che cercare rese particolarmente basse non dà risultati migliorativi, lo abbiamo visto negli ultimi cinque-sei anni: si cominciano a perdere i profumi e la freschezza, anche nei rossi. Per esempio con la nostra schiava selezione Sonntaler, che viene da vigne di oltre sessanta anni, abbiamo visto che autoregolandosi producono il giusto. Tentiamo quindi di riprodurre questo concetto, sperimentato su una varietà come la schiava che teme il caldo, su un vitigno come il merlot e i risultati sono ottimi. In cantina stiamo provando lieviti alternativi che hanno rese in alcol più basse, aspetto che è contrario a quanto ha chiesto l’industria del vino, specialmente il vino da tavola, che necessita di rese maggiori, cosa che si è riusciti a ottenere negli ultimi venti anni. Oggi ci sono dei lieviti alternativi che vanno nella direzione della riduzione della resa di trasformazione dello zucchero in alcol, li stiamo provando dal 2022. Anche l’utilizzo di lieviti indigeni va nella stessa direzione, ma la logistica di cantina è diversa e bisogna organizzarsi bene, probabilmente ci arriveremo; avendo una responsabilità produttiva nei confronti dei soci dobbiamo raggiungere gli obiettivi. Quindi ci arriveremo organizzandoci lentamente”.

Parlando di Cantina Kurtatsch con il suo enologo Erwin Carli
Vigneti a Penon – foto di Florian Andergassen

Vitigni del cuore: certamente Pinot Nero ma anche cabernet sauvignon e franc

È il momento dei vitigni del cuore e chiediamo a Erwin sia un bianco che un rosso. “Ovvia la sfida che viviamo tutti in Alto Adige sul pinot nero e che anche io vivo con grande trasporto. Devo dire che grazie a Othmar ho imparato ad appassionarmi al cabernet sauvignon e anche al franc, che qui danno risultati molto importanti. Per i bianchi la mia passione è il pinot grigio, di cui abbiamo una buona produzione e diverse espressioni: penso che l’Alto Adige abbia qualcosa in più rispetto ad altre aree d’Italia grazie all’altitudine e ci stiamo lavorando in diversi. Con il pinot grigio devi avere la zona giusta non puoi fare come con lo chardonnay che può assorbire un maggiore utilizzo di legno per renderlo più potente. Il pinot grigio è più delicato e vuole maniere più gentili”. Il Pinot Grigio Penon, realizzato in vigneti posti tra 450 e 700 metri di altitudine interpreta tutto questo.

Parlando di Cantina Kurtatsch con il suo enologo Erwin Carli

Qualche impressione a caldo sulla vendemmia appena iniziata

Ironia della sorte intervistiamo Erwin Carli il 2 settembre 2024, giorno in cui è cominciata la vendemmia della base spumante, che presenta valori molto positivi per la tipologia; quel vino, l’Alto Adige  600 Blanc de Blancs Pas Dosé, che dalla sua prima uscita, nel 2020 con l’annata 2014, prende le 5 sfere della nostra guida Sparkle. Approfittiamo per chiedere a Erwin un commento sull’annata: “É stata tardiva per la piovosità primaverile e di inizio estate. L’uva è sana e ora sta procedendo velocemente recuperando un po’ il ritardo. Più si va in alto e più c’è ritardo in maturazione. Il germogliamento è stato precoce in verità, il ritardo si è accumulato in fioritura perché pioveva e la conseguenza è stata avere grappoli spargoli che oggi ci fa comodo perché non ci sono problemi sanitari. Non è stato un anno di peronospora perché probabilmente le temperature più basse di due gradi rispetto alla media hanno inibito il fungo. C’è stata maggiore pressione di oidio. Ora stiamo iniziando con i bianchi e dobbiamo aspettare il momento più adatto per vendemmiare. Per i rossi è ancora presto, sarà importante settembre, sono fondamentali delle temperature notturne più fresche per consentire alla vite di riposare di notte, cosa che non avviene con le notti calde che impongono alla vite di continuare a respirare, ma come sempre ci aspettiamo una netta riduzione delle minime nella seconda parte di settembre”.