Seguire le botti. L’agriturismo di Cantina Sant’Andrea

Una delle realtà vinicole storiche del sud del Lazio, amplia la sua offerta puntanto anche all'accoglienza

Vigneti ordinati e rigogliosi si estendono a perdita d’occhio nel fertile Agro Pontino, accarezzati dalla brezza marina e protetti dai Monti Lepini. Qui troviamo la Cantina Sant’Andrea della famiglia Pandolfo. Originaria di Pantelleria, che si occupa di viticoltura dall’800.

Seguire le botti. L’agriturismo di Cantina Sant’Andrea

La Storia

Intorno al 1860, a causa dei tributi fondiari esorbitanti imposti dal governo del Regno delle due Sicilie, nonché per la carenza di mezzi di sussistenza e la penuria dei raccolti, ci fu una forte migrazione di italiani verso il Nord Africa. I Pandolfo allevavano Zibibbo a Pantelleria, quindi decisero di andar a cercar fortuna in Tunisia dove venivano assegnate delle terre da coltivare. I bisnonni di Gabriele non si spaventarono di fronte ai terreni aridi visto che già conoscevano il suolo difficile dell’isola siciliana, e crearono il vigneto di Khanguet Gare. Tutto andò per il meglio fino al 1964, quando il governo tunisino emanò una legge relativa alla nazionalizzazione delle terre agricole, cioè all’espropriazione dei terreni agli stranieri: un duro colpo per tutta la comunità italiana in Tunisia. I Pandolfo furono costretti a lasciare tutto e a ricominciare da capo. Dopo varie vicissitudini, finalmente si stabilirono nella pianura pontina nei pressi di Terracina, a Borgo Vodice. Riuscirono a impiantare dei nuovi vigneti e a costruire una casa colonica. Finalmente, nel 1968 arriva la prima vendemmia e per aiutare i clienti a trovare la cantina, i Pandolfo disseminarono la strada di botti dismesse con la scritta “Seguire le botti”.  

Seguire le botti. L’agriturismo di Cantina Sant’Andrea

Gli alloggi

Seguire le Botti è diventato il nome dell’agriturismo con ristorante gourmand, dal mood country chic dell’azienda Cantina Sant’Andrea, regno dello chef partenopeo Pasquale Minciguerra.

La casa colonica è stata ristrutturata recentemente e gli ospiti possono godere di un’attenta accoglienza e cura dei dettagli. Si respira un’aria rilassante e genuina. Le cinque camere sono arredate con colori tenui e si affacciano sul giardino dove razzolano tranquille papere e oche tra siepi rigogliose, glicini e rose. Il fiore all’occhiello del soggiorno è sicuramente l’esperienza gastronomica, che punta all’eccellenze del territorio. La colazione non si dimentica e oltre alla caffetteria sono disponibili una varietà di cereali, frutta fresca, frutta secca, marmellate, miele, pane e dolci fatti in casa.

Il ristorante

La sala del ristorante è contornata da botti e dispone di una cinquantina di coperti. Predomina il legno e un’accuratezza nella mise en place con porcellane e posate molto particolari. Il cestino del pane di cui si occupa il sous chef Alessandro Guratti, è una vera tentazione soprattutto se accompagnato dall’olio di monocultivar Itrana. Il menù cambia ogni 15 giorni e si può scegliere dalla carta oppure optare per il percorso degustazione da sei oppure otto portate, rispettivamente a 58 e 68 euro, a cui aggiungere eventualmente 13 o 16 euro per l’abbinamento con i vini.

Seguire le botti. L’agriturismo di Cantina Sant’Andrea

Lo chef Pasquale Minciguerra ha una mano felice e tanta tecnica. La sua è una cucina quasi insolita per un agriturismo, è raffinata ed elegante e punta alla ricerca spasmodica dei migliori prodotti del Lazio e alla stagionalità. Si inizia con degli amouse bouche divertenti dalle forme vivaci come la deliziosa Panzanella a forma di pomodoro e il Conetto Cacio, pepe e menta, che gioca con le consistenze. Tra i primi si possono trovare gli Gnocchi arrostiti ripieni di pecorino, broccolo e mandorla: dei veri bocconi golosi. Le paste fresche ripiene variano di forma e condimento in base ai prodotti disponibili: ad esempio, in autunno ci sono gli Agnolotti di brasato, funghi ovuli e porcini. Per la pasta secca, invece, Andrea Pandolfo, figlio di Gabriele, ha scelto di rifornirsi al pastificio Lagano di Pomezia che produce in esclusiva una tipologia mista studiata ad hoc per uno dei loro cavalli di battaglia: Pasta patate e provola nato dalle origini partenopee dello chef.

Nei secondi spiccano le carni di allevamenti laziali. Un vero capolavoro è il Capocollo di mangalica della Tuscia con crema di albicocche al Capitolium, il passito di Cantina Sant’Andrea. Ottima la Faraona in 7 mosse, che si compone di: petto alla brace, sovraccoscio in porchetta, coscia glassata con fondo di faraona, raviolo con ragù bianco di faraona, patè di fegatini all’arancia, aletta speziata fritta e panzerotto con ragù di faraona alle cinque spezie.

Andrea Pandolfo seleziona anche degli ottimi formaggi dai caseifici laziali oltre a far affinare dei formaggi vaccini dall’azienda casearia Alveti & Camusi di Latina con i loro vini come Sogno, Oppidum e Riflessi.

Il giovane pastry chef Andrea Amato sa ammaliare con i suoi dessert che saranno un’autentica coccola finale. Anche qui troviamo delizie regionali come la nocciola Gentile della Tuscia, le fragole Favette di Terracina e i Kiwi dell’Agro Pontino.

La Cantina

Nata da un piccolo podere di famiglia, ora vanta più di 100 ettari di vigneti nel basso Lazio dando vita a 16 etichette per un totale di un milione di bottiglie annuali.  Il 60% della produzione è destinata al mercato interno e il restante è per l’estero. La linea Le Botti propone dei vini semplici, ma non banali, per la tavola di tutti i giorni mentre le etichette Acquerelli sono destinate alle bottiglie di maggior pregio: Moscato di Terracina, Circeo DOC bianco o rosso, IGT Lazio rosso, ma anche Bitter, Passito e Grappa.

Agriturismo Seguire le Botti
“Cantina Sant’Andrea”
Str. del Renibbio, 1720
04019 Borgo Vodice LT