Benvenuto Brunello, viaggio a Montalcino in 50 assaggi

Benvenuto Brunello 2021, un’edizione carica di novità e sorprese, dal calice ufficiale al nuovo calendario

Il 2021, per plurime ragioni, sarà ricordato come un anno particolare nella storia dell’universo Brunello. In primis per un piacevole affollamento nel calendario, con ben tre riprese di Benvenuto Brunello: l’edizione “off” di marzo, il tradizionale appuntamento tra le anteprime toscane – quest’anno traslata a maggio – e, ora, in un ampio orizzonte di undici giorni a metà novembre, disegnando un inedito con sapore di prassi… futura. Sì, perché se il duplice appuntamento primaverile voleva trasmettere resilienza nell’incertezza pandemica e, al tempo stesso, voglia di riabbracciare la regolarità, l’edizione di novembre traccia un sentiero nuovo, che Benvenuto Brunello percorrerà negli anni a venire, abbracciando permanentemente la collocazione novembrina.

fabrizio bindocci
Fabrizio Bindocci

Una scelta che risponde a vari criteri, su tutti quello dell’aderenza concettuale all’iter della Docg che, da disciplinare, ha nel 1 gennaio il segnale di “via” per commercializzare le nuove annate; da qui la volontà di giocare d’anticipo rispetto alla tradizione – che colloca Benvenuto Brunello nello scacchiere delle Anteprime di Toscana, storicamente a febbraio – aprendo i battenti nel mese di novembre, per un collocamento cronologico che onori, a pieno titolo, l’etimologia della parola “anteprima”. Una scelta “trasparente e condivisa dalla Regione, che ha perfettamente compreso”, commenta Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio. Il tutto in un’edizione che celebra il trentesimo anniversario di Benvenuto Brunello, capostipite assoluto delle anteprime italiane; che lancia il calice ufficiale del Consorzio (nella foto di apertura), figlio di un progetto che ha impegnato enologi, produttori e Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano e ilcinese di patria, regalando un calice che “esalta le caratteristiche organolettiche del Brunello, per un’esperienza sensoriale totalizzante”. Ambizione che, alla prova empirica, benediciamo d’assenso.

E ancora, Benvenuto Brunello 2021 è un momento per accogliere l’endorsement della statistica, sia in termini di brand awareness (secondo l’annuale report di Wine Intelligence, il Brunello è il vino più conosciuto dai consumatori italiani, con una notorietà al 67%), sia sotto la lente della valorizzazione economica, ratificando un incremento costante attraverso i decenni: secondo una ricostruzione di WineNews, la resa fondiaria è cresciuta dai circa quaranta milioni di lire per ettaro del 1992 ai settecentocinauantamila euro € attuali, per un capital gain di circa il 1.962%.

Carlo Cracco
Carlo Cracco

Infine, è un’edizione che porta la doppia sigla di chef Carlo Cracco, architetto della cena di gala e autore della piastrella dedicata alla vendemmia 2021; protagonista la sagoma dell’uovo, da sempre centrale nella visione dello Chef, raffigurata nelle trasparenze della Galleria Vittorio Emanuele, dal 2018 dimora del Ristorante Cracco.

In questo fiume di novità, Benvenuto Brunello è stata l’occasione per abbracciare l’arrivo del Brunello di Montalcino 2017 e della Riserva 2016. Curiosità maggiore era riservata, inevitabilmente, alla 2017, primo punto di flesso, se così si può definire, dopo due annate di qualità esponenziale. Aldilà del punteggi ufficiali, la sollecitudine degli addetti ai lavori muoveva dalla fisionomia di un’annata impegnativa, che nel suo sviluppo ha incontrato numerose insidie. Su tutte un’estate caldissima, con temperature torride per un periodo prolungato che hanno sottoposto le vigne a notevole stress idrico. Quello del calice, dunque, era un banco di prova per saggiare l’efficacia delle contromisure dei produttori all’andamento vendemmiale. A conti fatti, pur mostrando qualche difficoltà rispetto agli ultimi due millesimi, la 2017 ha regalato una rosa di referenze che, nel complesso, ha tenuto testa alle irregolarità dell’annata, con il solo minus di una rusticità un po’ fuori scala nei prodotti meno virtuosi – in termini di un grado alcolico sopra le righe e/o di una trama tannica, a volte, perfettibile. Viste le premesse e i timori iniziali, dunque, si tratta di un ottimo risultato complessivo. Nelle degustazioni, come sempre, vi regaliamo le nostre impressioni su cinquanta delle referenze assaggiate, tra Brunello Annata, Vigna e Riserva. Contrassegnati dal bollino troverete non i vini più buoni, bensì i prodotti che, tra tutti, ci hanno regalato le emozioni più intense. Buona lettura!

mattonella cracco
La Mattonella 2021

BRUNELLO DI MONTALCINO 2017

Franco Pacenti sfera
Animo austero con cenni gioviali: srotola una dorsale di polvere da sparo che abbraccia ora pepe nero, ora confettura di ribes, ora cachi, ora punture di arancia rossa. Nel finale esplode eucalipto, canfora e liquirizia grezza. La decisa corrente glicerica avvolge le asperità di una struttura importante, smussandone ottimamente gli angoli, con un tratteggio sapido in leggera evidenza sull’equilibrio ben definito.

Pietroso Benvenuto Brunello, viaggio a Montalcino in 50 assaggi
Piacevolezza soffusa, librata in eleganti note di viola, ciclamino, ciliegia e mela candita. Poi l’intensità sale di livello, regalando note di fragolina di bosco, tè nero, xilitolo e richiami di foglia secca. Sorso caldo e d’entusiasmante freschezza, che lascia intravedere un futuro luminoso. Succoso e appagante, stimola il palato con grazia aristocratica, proiettata in una lunghezza considerevole.

Poggio di Sotto Benvenuto Brunello, viaggio a Montalcino in 50 assaggi
Affondi di raffinato godimento su una coltre di cardamomo e menta scura, pepe rosa e gardenia, tocchi di nocepesca ed elicriso, grafite, brodo di giuggiole e asparago bianco. A piè pari sopra la media, si mostra intenso, possente e di inopinata avvolgenza, coccolando il palato tra le spire di una potente delicatezza. Lunghissima la proiezione retronasale, che nel suo svolgimento regala ciliegia sotto spirito e il cuneese al rum.

Renieri
Tratteggia potenza e un’evoluzione quasi definita, offrendo marasca sotto spirito, tabacco, incenso, alloro, note di smalto, fino ad affacci fungini. Nella progressione, spazio a respiri gioviali di violetta e bergamotto, chiudendo con polvere di caffè e gianduia. Il sorso ricalca l’impeto e lo spessore del naso, illuminato dalla freschezza e da una sapidità che ne galleggia tra le spire. Lungo nella progressione, mostra lievi surplus nella trama tannica, che il tempo saprà rimettere in riga.

Agostina Pieri
Avvolgente su morbide note di mora, grafite e rintocchi di goudron. Liquirizia e una decisa vena di terra bagnata, fiore di rosmarino, ibisco e il folkloristico ricordo delle percoche al vino. Elegante e intenso, svela possenza e carattere, tensione e morbidezza, in equilibrio olistico.

Casanova di Neri
Caldo e gioioso sul frutto, ora in sciroppo di amarena, ora sotto spirito di ciliegia, che volteggia su un palcoscenico di vaniglia, cioccolato fondente, viola e rabarbaro, per chiudere duettanto su grafite e sentori ematici. Tratteggia equilibrio, con la freschezza a guadagnare campo, animando una buona struttura e una persistenza vivace, tra note di arancia rossa e melagrana.

Ciacci Piccolomini di Aragona
Approccia in verticale su note mentolate, cacao amaro e stoccate di sandalo, per poi distendersi anche sulle ascisse, regalando prugna disidratata, sale alle erbe, palo santo, liquirizia, eucalipto. Candido nell’approccio al palato, la morbidezza imbriglia tannini e acidità, ben espresse ma avvertibili solo in progressione. La
sapidità emerge in seguito, disegnando circonferenze ben definite.

Donatella Cinelli Colombini – Casato Prime Donne
Coccola il naso con intensa profondità: cascate di frutto di rovo, cardamomo, anice, caramella all’eucalipto, cannella, noce moscata e golose oscillazioni tra prugna e dattero. Elegante, fluido e intenso, misurato nella fibra, lungo e vivace dapprima nella freschezza, poi nella sapidità. Didattico equilibrio.

Il Palazzone
Stuzzica nell’alternanza tra animo introverso e fendenti decisi, regalando note di riduzione di mosto, boero, ontano, soffi di rosa, crema di caffè e tocchi di cacao. Caldo il sorso, incide bene al palato – soprattutto su tannino e sapidità – tratteggiando piacevoli sensazioni, per una persistenza orchestrata su note di dragoncello e fiore macerato.

Il Poggione
Straripante nella balsamicità, espressa in tutte le sfumature: menta, eucalipto, resina. Seguono note di cacao, polvere di caffè, pepe di Sichuan, crème de cassis, foglia secca e cumino. Carico e gustoso, avvolge da subito il palato in un sorso di spessore, prolungato in una lunghezza decisa.

La Colombina
Di matura giovialità in queste note di confettura di melagrana, giglio e carcadè, ravvivate da composta di mirtillo, gianduia e suggestioni di mughetto, prima di rintoccare ricordi di budino al cioccolato. Sorso lungo, gustoso e acceso nella sapidità, dipinge ricordi di cioccolato al rosmarino e confettura di visciole.

La Togata
Una cascata di violetta accoglie il naso, seguita da una progressione di note dolci e rotonde: caramella al sambuco, rosa, confettura di marasca, legno di cedro, mapo e arancia rossa. Assaggio vellutato e intriso d’eleganza, rievoca la grazia della rosa e la pesca tabacchiera. La trama tannica emerge in progressione, stimolando il palato senza stancarlo. Vivo nella sapidità più che nella freschezza, regala ricordi di confettura di prugne.

Le Macioche
Fresco e acceso su note di sandalo, chinotto, giglio e tratteggi di iris, che danzano in un severo sottofondo di rabarbaro, purea di prugne e cumino. Accensione finale su principi d’incenso, calicanto e ricordi di argilla. Piacevole ed equilibrato, sfoggia una vibrante freschezza che dinamizza un complesso vivo e senza esuberanze strutturali.

Mastrojanni
Dritto sulle tostature, senza passare dal via: caffè, nocciola, ontano e accenni di torba. Vira, poi, sulla gentile austerità della crema di whisky che anticipa papavero e vetiver, ginepro e mirto, tabacco e nepitella. Il sorso è acceso da una freschezza dinamica, che ravviva gli animi di una trama tannica decisa ma mai invadente. La sapidità emerge nella progressione al palato, disegnando una buona persistenza.

Poggio il Castellare
Non è più grazia ma già dolcezza compiuta, a tratti esuberante: tamarindo e bevanda al chinotto, amarena in sciroppo e caramella al sambuco, ibisco e violetta. Il sorso è un po’ sopra le righe nel suo incedere al palato, mostrando grande freschezza, calore e tannino in evidenza. Ricalca il tamarindo e l’amarena della olfattiva.

San Polino
Eleganza a profusione su toni floreali e dolcezza cremosa: rosa, magnolia e ibisco, crema di arancia rossa, ratafià e alchermes. Cenni di amarena in sciroppo, menta e cioccolato avvolgono una cupa striatura di caffè tostato. Finale luminoso su tocchi di legno di cedro. Manto d’uniforme densità, dove la sapidità scalpita ancor più della freschezza. Tannino in evidenza, con una grazia ancora da rifinire. Retrolfatto su morbidi ricordi di confettura, tra mora e prugna.

San Polo
La balsamicità afferra le redini del naso, accompagnandolo con note decise di eucalipto e menta in confetto. Cenni di propoli e cera d’api si fondono a violetta, nespola e insoliti ricordi di frutto del drago. Peonia, arancia rossa e boero tratteggiano il finale. Sorso intenso e di piglio fresco, colora il palato con ricordi ematici e tratteggi di pomodoro secco. Freschezza e sapidità spingono decise, ammorbidendo l’impatto di un corredo tannico di prima fascia.

Villa I Cipressi
Soavi note di gardenia, giglio e ciliegia croccante, seguite da liquirizia, ramo spezzato e ricordi di ciclamino. Fico nero e aromi di dattero, per chiudere su vaniglia e cioccolato fondente. Vivo nel retrolfatto, con note di ciliegia sotto spirito, tabacco, menta e marmellata di fichi. Un’ottima freschezza non basta ancora a bilanciare il tannino, evidente nella tessitura. Buona la lunghezza.

La Rasina
Spinto su un aromatico candore: dal gelsomino alla violetta, passando per la visciola, mela Fuji, menta e basilico. Uno sfondo di cioccolato fondente abbraccia ricordi di mirto, patchouli e dragoncello. Sorso carico e possente, dall’equilibrio in definizione; le variabili, soprattutto freschezza e tannino, spingono con incoraggiante decisione, senza ancora trovare una “pacifica” coesistenza. Liquirizia grezza e cacao amaro disegnano il retrolfatto.

BRUNELLO DI MONTALCINO TIPOLOGIA “SELEZIONE” O CON MENZIONE “VIGNA”

Castiglion del Bosco – Campo del Drago 2017 Benvenuto Brunello, viaggio a Montalcino in 50 assaggi
Dall’animo raffinato, danza tra agrumi (arancia rossa e originali cenni di pompelmo rosa), fiori di giglio e peonia e spunti di profondità: ora caffè, ora carruba, ora confettura di more. Finale penetrante a tinte d’eucalipto, grafite e legno di cirmolo. Sorso di notevole dinamica, stimola il palato con una freschezza viva e prolungata. Di tempra regale, pennella un’appagante progressione su note di arancia rossa e leggeri effluvi balsamici.

Mastrojanni – Vigna Loreto 2017 Benvenuto Brunello, viaggio a Montalcino in 50 assaggi
Carico in questa avvolgenza aromatica che fende effluvi balsamici, ricordi di sottobosco, cenere, confettura di ciliegia e mirtillo e, più in sottofondo, l’evocativo ricordo della castagna arrostita. Soffi di artemisia macerata si fondono a note di peonia, seguite da fiotti gioviali di arancia rossa e tocchi di cioccolatino al rum. Vitale, dinamico e profondo, abbiglia un buon corpo con raffinata eleganza, solcando leggiadro e vitale il palato. Di lunga persistenza, rievoca confettura di ribes nero e suggestioni di battuto di erbe aromatiche (rosmarino, ginepro e salvia).

Verbena – Le Pope 2017 Benvenuto Brunello, viaggio a Montalcino in 50 assaggi
Il corredo uniforme scocca una scia fruttata su note di purea di prugne e salsa di mirtillo, con intrusioni di crema di castagne vanigliata. Mora e cioccolato scuro si fanno strada in una corrente di mirto, ginepro pestato e aneto, ravvivata da fresche note di kumquat e pompelmo. Seduttivo al palato, con una freschezza incessante che ne tiene viva la dinamica, disegnando un assaggio caldo, morbido e di polposa piacevolezza.

Camigliano – Paesaggio Inatteso 2017
Leggera intensità nel duetto tra frutta matura ed erbe aromatiche, con incursioni mediterranee: fragola, basilico, menta, mirtillo, timo, mirto e peonia. Meno evidenti, ma ben avvertibili, tocchi di rosa canina, melagrana e cenere. Colpisce per l’algido approccio che riserva al palato, in un’austera impostazione. Freschezza e tannino si fanno sentire, incidendo, lasciando presagire l’intervento levigante del tempo. Non esagera in struttura, piace in persistenza.

Castello Romitorio – Filo di seta 2017
Piacevole contrasto tra animo regale, acceso su note di rosa e piccoli frutti rossi, e pulsioni briose, con cannella, vaniglia, anice e rintocchi di pepe bianco. China e genziana ne ispessiscono il profilo. Sorso composto e di buona tessitura, disegna un alone di morbidezza glicerica che avvolge un manto dal tannino percettibile, seppur non eccessivamente duro. Composte freschezza e sapidità.

Castello Tricerchi – A.D. 1441 2017
Colpisce con un intenso, soave dialogo tra frutto e fiore, dove la pesca macerata abbraccia peonia, mela candita e lilium. Nella progressione rivela coccole speziate su tocchi di anice e noce moscata, soffi di menta e dragoncello e soffusioni di mirtillo in confettura. Più diretto al sorso, che marca da subito con trama tannica e sapidità, mentre la freschezza passeggia in secondo piano.

Col d’Orcia – Vigna Nastagio 2016
Penetrante al naso, tra ricordi di tabacco da fiuto, marron glacé e confettura di prugne, cui seguono teneri soffi di raffinata vaniglia, sigaro, bastoncino di liquirizia, legno di cedro e inusitate note di bergamotto. Piacevole l’incedere al palato, ma ha ancora bisogno di tempo per esprimersi al meglio. Contenuto nella fibra, rivela sapidità e note di liquirizia grezza.

Corte Pavone – Fiore del Vento 2017
Soave su noce di cola, marmellata di chinotto, eucalipto e soffusioni di goudron. Poi, un gioco intermittente tra prugna disidratata, rovo, sottobosco, cannella e ricordi di ortica. Sorso di sostanza, dove il manto di morbidezza imbriglia un corredo tannico possente, impedendogli di straripare. Morde anche la freschezza, tracciando corpo e persistenza di prima fascia.

Donatella Cinelli Colombini-Casato Prime Donne – Brunello Progetto Prime donne 2017
Concentra maturazione su note di panforte, tocchi di concentrato di pomodoro, l’abbraccio tra erica e ortica e il sorridente oscillare tra noce pecan e pinolo. Prosegue su penetranti sentori mediterranei, con mirto e basilico, poi incenso, cenere e crème de cassis. Sorso sapido, di carattere e buona complessione strutturale. Mostra tannino in evidenza, livellato dall’acidità, che emerge bene nella lunghezza. Soffice su ricordi di boero.

Fattoria dei Barbi – Vigna del Fiore 2017
Accoglie su note di prugna disidratata e dattero, stilettate di palo santo, anice e pepe rosa. Soffi di origano e timo cingono marasca sotto spirito, foglia secca e terra bagnata, nel raffinato dialogo con sfumature di cacao, resina e liquore al caffè. Pieno e carico il sorso, di vitale freschezza per un insieme che punta deciso all’equilibrio. Elegante, fresco e persistente, rievoca confettura di fragole e after eight.

Fattoria La Lecciaia – Manapetra 2017
Fende l’olfatto con note di caffè tostato, chiodi di garofano e rafano, raggiunti poi da magnolia in appassimento, crema di marroni e foglia di tabacco. Chiude su una profondità multipolare, tra soffi di camino spento, eucalipto, aneto e macis. Sorso caldo e, inizialmente, di grande piacevolezza; con il passare dei secondi il tannino emerge fin troppo disinvolto. Sostanza e freschezza tracciano ampi margini di crescita. Crema di liquirizia e ricordi di tè nero ravvivano il retrolfatto.

La Togata – Carillon 2017
Poco loquace in prima battuta, libera poi severa austerità su ricordi di umami, pietra pomice e pepe nero. Marmellata di chinotto, ribes nero e arancia candita accompagnano marron glacé e foglia di tabacco. Tratteggia una possente impalcatura, retta da una dorsale fresco-sapida bene espressa, disegnandone spessore e prolungamento in persistenza. Negli aromi di bocca, caramella al ribes nero e crema di marroni.

La Togata – Seconda Stella a Destra 2017
Man mano che inspiri l’olfazione s’ingrossa, come a salire una scalinata a pendenza crescente. Cenni di pungitopo e alloro, poi soffi di origano, mirtillo e marasca; rosa appassita, ricordi di papavero, mela cotta con cannella, damiana, lavanda e grafite. Morbido e con percezioni gliceriche, disegna un’aura di tenerezza attorno alla trama tannica decisa. Nella progressione gustativa, freschezza e sapidità convivono in un dialogo asimmetrico, in leggero favore della seconda, tratteggiando ricordi di violetta e chiodi di garofano.

Lisini – Ugolaia 2016
Raffinato su intarsi di rosa canina, cenni di ibisco e lavanda, con ricordi di cioccolato. Il sottofondo anima una nota spiritata, ora a rievocare il nocino, ora la sambuca. Maggiorana, mora e coriandolo, pesca matura e crema di ciliegie, tocchi rabarbaro e amaro alle erbe. Sorso fibroso e vellutato, in una trama omogenea da cui spuntano brade intermittenze tanniche, che la maturazione assesterà. Morbidezza, freschezza e sapidità ottime.

San Polino – Helichrysum 2017
Originale nella sua piacevolezza, si libra su note di grano arso, riduzione di pomodoro e crema di melanzana affumicata. Rientra poi in un perimetro aromatico più consuete che rivela ribes nero, amarena, rosa, cacao, alloro, prugna e succose evocazioni fungine. Teso e di buona dialettica, appaga il palato con una struttura slanciata, che evidenzia la sapidità. Il tannino troverà presto la via per smussarsi. Balla su note balsamiche e ricordi di marasca.

San Polo – Podernovi 2016
Illuminato dal fresco dialogo tra coriandolo, zenzero candito e menta, in grembo a note di giglio, pepe rosa, boero, rosa canina ed evocazioni di caffè americano. Saporito è la miglior etichetta per un sorso di stazza, equilibrio, freschezza e ottima prospettiva. Volteggia su rintocchi di rabarbaro e crema di ribes nero.

Sassodisole – Sasso di Luna 2017
Penetra in profondità con note di gommosa alla mora, ribes rosso, sandalo, liquirizia grezza e viola. Confettura di rosa canina, ricordi carcadè e bevanda al chinotto anticipano salvia e rosmarino, chiudendo su colpi di pepe bianco e incenso agli agrumi. Buona espressione al palato che avverte subitonote di cacao e soffi agrumati ad animare una freschezza dalla progressione crescente. Appagante lunghezza su confettura di rose e caramella d’anice.

Mocali – Le Raunate 2017
Soffia su un animo marcatamente vegetale, dove la foglia secca abbraccia soffi di bosso e cardo. Lasciando che si esprima, ecco rosa macerata, chutney di pomodoro, bastoncino di liquirizia, nuance di smalto e sale alle erbe. Noce moscata e pepe coprono avvertibili venature di sandalo. Tratteggia una verticalità che non ha timore a esprimersi, equilibrando un sorso possente e dalla trama fibrosa. Vitale e dinamico, d’ottima sapidità e persistenza. Gustoso nelle sue note di cioccolato modicano al sale.

BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2016

Il Poggione – Vigna Paganelli Benvenuto Brunello, viaggio a Montalcino in 50 assaggi
Grande intensità su note di eucalipto, rosolio, albicocca disidratata e caramello. Avanza deciso su ricordi d’orzo e sesamo tostati, chiodi di garofano e magnolia. Chiude su ricordi di sale alle erbe, prugna essiccata e pimento. Possente e masticabile, sprizza energia sulla freschezza, tratteggiando equilibrio. Lungo nei suoi riverberi di menta macerata.

Pietroso Benvenuto Brunello, viaggio a Montalcino in 50 assaggi
Senza pietà, penetra l’olfatto con un’intensa scia di spezie scure, note di grafite e polvere da sparo, tocchi di liquirizia grezza e un’insoluta dialettica tra dattero, prugna disidratata e liquore di mirto. Rinnova il suo spessore con timbri di goudron, foglia di tabacco e terra bagnata. Il finale è un candido bacio tra spezie dolci, tra anice e cannella, elicriso e cotognata, sfumate da un velo di menta scura. La trama energica è rivestita di velluto, dove il tannino, notevole, è bilanciato da un interminabile tiro alla fune tra freschezza e calore. Al retrolfatto prende forma un definito ricordo di baklava.

Poggio di Sotto Benvenuto Brunello, viaggio a Montalcino in 50 assaggi
Colpisce con l’eleganza e la complessità, solfeggiando note di fragola, tra sciroppo e confettura, uva spina, rosa canina, giglio e lavanda fresca. La caramella al sambuco si alterna a note di smalto, abbracciando cenni di macaron al mirtillo, crema di caramello e ricordi di salsa di soia. Alternanze di viola e iris avviano la chiusura su riduzione di fichi e ricordi di noce avvolta nel miele. Difficile smettere di assaporarlo, tanta è la leggiadria con cui maschera una struttura imponente e articolata. Un bagno di nobile freschezza, che tratteggia note di salsa di fragole, marmellata di arance rosse e ricordi di crema di castagne.

Agostina Pieri
Scoppiettante in una lunghissima corrente aromatica, che esplode senza riserve su note di confettura di more e prugne, crème de cassis, liquore di mirto e genziana. Caramella al rabarbaro, nepitella e cardamomo in anticipo su ricordi di camino spento, tocchi di cera, caramella alla liquirizia e seducenti evocazioni di mont blanc. Assaggio di sostanza, verve ed equilibrio, dilatato in una scoppiettante lunghezza fresco-sapida, a richiamare goduriose note di liquirizia e dattero al cioccolato.

Banfi – Poggio alle Mura
Mostra il candore del fiore appena schiuso, tracciando rintocchi di gardenia e rosa, assemblati a note di eucalipto e confettura di mirtilli neri, pennellando poi il ricordo del bosco nelle giornate di pioggia. Vive ancora su ricordi di tamarindo, arancia rossa e corteccia di china. Vibra in una tensione senza freni, che dona fluidità ed eleganza a un piglio vigoroso, impreziosito da una piacevole nota sapida. Regala freschi ricordi di arancia rossa, alternati a mora e mirtillo.

Caprili – Adalberto
Profonde intense note di tabacco scuro, grafite, elicriso e liquirizia, parallele a un cupo profilo fruttato, con dattero, prugna, ribes nero e mora. Tratteggi di noce pecan pralinata, artemisia ed eucalipto anticipano il ricordo della barretta di sesamo al miele. Al palato intensi livelli espressivi di tannino e freschezza, avvolti in un deciso velo di calore. Noce di cola e chinotto candito a tratteggiare il finale.

Castiglion del Bosco
Srotola un manto indistinguibile di frutta scura, ora fresca, ora in crema e poi in confettura. Rabarbaro e asparago selvatico s’intrecciano a note di gardenia, coriandolo e a piacevoli soffi di muschio boschivo. Chiude su suggestivi ricordi di savoiardo in bagna di caffè. Sorso d’appagante pienezza volumetrica, che scorre al palato nell’ossimoro di una fluida densità. Carattere, tensione ed eleganza illuminano un promettente futuro. Indugia su note di liquirizia grezza, viola e crema di caffè.

Cava d’Onice
Soffice su una balsamicità accesa da eucalipto e mirto, cui seguono zenzero fresco, calcare e decisi rintocchi ematici. Intenso nelle note di viola e rosa bulgara, per poi abbracciare cioccolatino alla ciliegia e pan di Spagna al liquore d’arancia, avvolto nel cioccolato. Si esprime in una tensione verticale stupefacente, ricreando l’idea della spremuta di melagrana. La nota sapida emerge in itinere, impreziosendo una persistenza di viva freschezza. Elegante e disinvolto nella struttura, con note di lampone ad ampliare lo spettro.

Corte Pavone – Poggio al Molino
Richiami di ortica macerata stringono affacci di rabarbaro, erica e ricordi di maraschino. L’ibisco dialoga con tocchi di ribes e suggestioni di confettura di cipolle rosse. Nella lunghezza emergono amarena in sciroppo, confettura di mirtilli, pino silvestre e canfora. Strutturato, mostra già ottimo equilibrio e un sorso di fresca progressione, plasmando una persistenza apprezzabile. Morsi di ciliegia candita ravvivano gli aromi di bocca.

Franco Pacenti
Elegante potenza su note di china infusa, pino mugo, bergamotto candito e gelée di mora. Soffi di petali di rosa, after eight e caffè in polvere, poi liquirizia agli agrumi e confettura di albicocche. Intenso e pieno, di calore deciso, mostra freschezza agrumata in loquace interazione con la sapidità. Ampia la tavolozza retrolfattiva, tra liquirizia grezza, grafite, riverberi di pino e marmellata di arance amare.

Le Chiuse – Riserva Diecianni 2012
Giovanile nel suo (quasi) decennio. Passeggia su soavi note di lampone, scorza d’arancia candita, peonia e rosa canina. Lo scorrere del tempo, tuttavia, ne rivela la maturità, liberando eterei cenni di smalto, liquore d’arancia rossa, pimento e confettura di fichi neri. La fisionomia del sorso è più in linea con l’anagrafe, articolando una struttura dai tratti opulenti. Non rinuncia, però, alla vitalità, accesa su una freschezza in piena forma. Da l’idea di addentare, a fasi alterne, dattero e panforte.

Le Macioche – Famiglia Cotarella
Deciso in una profondità variegata, che parla di spezie, anice stellato, cannella e chiodo di garofano, balsamicità di resina con suggestioni di mirra e frutta scura di ribes nero, mora e prugna. Nella progressione accenna una dolcezza “camuffata”, abbracciando liquirizia agli agrumi, caramello e sciroppo d’acero. Notevole la morbidezza del sorso, soprattutto nelle battute iniziali. In seguito, salgono in cattedra freschezza, sapidità e tannino, in un piacevole valzer che, con il tempo, guadagnerà ulteriore armonia.

Renieri
Soffici note di gianduia accompagnano ricordi di liquore alle noci, filter coffee ed echi di umami. Cenni di crema di whisky si fondono a infusioni di pino e menta, confettura di more, rosa e ricordi di cioccolato fondente. Chiude su note di incenso e suggestioni di zabaione. Avvolgente e di trama spessa, disegna un sorso acceso nel calore, dalla freschezza prolungata e d’imponente trama tannica. Abbraccia su note di caramella alla mora e cioccolato fondente.