Ottava edizione per Appius con l’annata 2017
Appius è il frutto di un meticoloso lavoro di selezione delle partite che, mai come nel 2017, annata molto complessa, è stato determinante

A comporre questo Appius, il vino top della Cantina di San Michele Appiano, sono come sempre selezioni di punta per metà provenienti da vecchi vigneti, ormai stabilmente impiegati per la realizzazione della cuvée, e per metà da vigne meno frequentate ma ritenute quest’anno congeniali all’interpretazione dell’annata e al raggiungimento degli obiettivi enologici del suo creatore, Hans Terzer (nella foto di apertura). A prevalere è la varietà chardonnay con il 54%, a cui si aggiungono il pinot grigio con 24%, il sauvignon blanc 12% e il pinot bianco con 10%.
Appius, il cui nome è radice storica e romana del nome Appiano, è nato otto anni fa con l’annata 2010. Il progetto vuole realizzare anno dopo anno un vino capace di rappresentare fedelmente il millesimo e di esprimere la creatività e la sensibilità del suo autore. Anche il design della bottiglia e la sua etichetta sono reinterpretati. Lo scopo è stato, sin dalla prima annata, di concepire una Wine Collection in grado di entusiasmare gli appassionati di vino di tutto il mondo. Quest’anno il concept realizzato da Life Circus di Bolzano vuole esprimere il dialogo costante tra quattro vertici d’oro, i vitigni di Appius, che, seppur distinti nella propria individualità, trovano un’indissolubile armonia nel vibrante movimento alla ricerca del sublime. L’etichetta permette una libera interpretazione affinché ogni wine lover possa averne un’intima ispirazione. Come per le altre annate, anche questa edizione di Appius è limitata.

Nel Calice
Esordisce con un brillante giallo paglierino dai luminosi riflessi verdolini; Appius rivela al naso una perfetta alchimia sensoriale tra le singole varietà, introdotta dal tratto floreale articolato di ginestra, tiglio, biancospino e fiore d’arancio. Segue la componente fruttata, con note agrumate di mandarino e pompelmo, poi di uva spina. Al palato è fine, elegante e quasi vellutato, sostenuto da una vibrante acidità e da una brillante nervatura minerale e sapida. Solido e persistente al palato con note dolci-acidule sul finale. Un Appius completo e intrigante che richiama alla mente la cuvée dell’edizione 2014 anche nelle percentuali di assemblaggio se non fosse per il Pinot Grigio maggiormente inserito per essersi meglio difeso da grandini e piogge agostane, un’annata con la quale condivide le condizioni climatiche e alcune caratteristiche in termini di freschezza e profilo sensoriale generale.