Alto Adige annata vitivinicola 2019 – degustazione vini
Annullate tutte le manifestazioni di presentazione della nuova annata, l'abbiamo assaggiata in anteprima, durante un webminar
Approfittiamo per pubblicare parte di un articolo uscito su Cucina & Vini lo scorso ottobre; lo segue la valutazione dell’annata 2019
Arrivare in una zona montana come l’Alto Adige dall’autostrada o attraverso la ferrovia regala uno scenario affascinante grazie alle quinte naturali offerte dalle meravigliose Alpi, ma non si ha una percezione corretta del territorio, delle proporzioni tra picchi e valli. Ben diversa la comprensione della morfologia territoriale altoatesina se si percorre l’area in alto, a volo d’uccello. Ecco che la cognizione di area montana diventa immediata, si acquisisce in un colpo d’occhio la consapevolezza che le zone antropizzate siano una piccolissima parte di quel tutto montano. Nella ristretta area dell’Alto Adige dove l’uomo vive e lavora, le vigne offrono uno spettacolo di bellezza incomparabile, che tutti i visitatori non possono non ammirare perché da fondo valle, posto a circa duecento metri, fino ad altitudini di oltre mille metri i vigneti sono ovunque, su terreni diversi, suoli più o meno profondi, esposizioni più disparate, condizioni climatiche differenti, insomma un ottovolante metaforico in cui il panorama cambia rapidamente e il contrasto tra luoghi prossimi e più lontani è il filo conduttore. Un puzzle che è la ricchezza del territorio in termini vitivinicoli, un quadro composito che i produttori altoatesini vogliono e devono valorizzare; processo questo che è iniziato da molto tempo e che oggi sta anche trovando un compimento legislativo.

La GEOGRAFIA DELLA VITICOLTURA ALTOATESINA | |
Superficie | 7.398 km2 |
Superficie vitata | 5.500 ettari |
Rapporto tra superficie vitata e superficie | < 0,75% |
Rapporto tra superficie vitata e superficie reale | < 0,6% |
Superficie montana sopra i 1000 metri | 86% |
Altitudine vigneti | Tra 220 e 1200 metri |
Percentuale vigneti tra 220 e 300 metri di altitudine | 29% |
Percentuale vigneti tra 300 e 500 metri di altitudine | 57% |
Percentuale vigneti oltre 500 metri di altitudine | 14% |
I nuovi profili della denominazione
Parlando della doc Alto Adige, siamo abituati alle menzioni geografiche relative alle sottozone (Valle Venosta, Valle Isarco, Terlano, Santa Maddalena, Meranese, Colli di Bolzano), ma anche alle indicazioni geografiche e toponomastiche aggiuntive, che circoscrivono i luoghi di provenienza delle uve, o addirittura la menzione di vigna che rende il vino un vero cru. Il territorio oggi vuole fare di più per incrementare ulteriormente il carattere dei vini. È in avanzatissima fase di discussione tra i produttori una modifica sostanziale in questa direzione del disciplinare della Doc Alto Adige in cui le indicazioni geografiche aggiuntive prendono il nome di unità geografiche aggiuntive (uga): ciascuna è utilizzabile a patto che siano impiegate le uve per cui la menzione è riconosciuta, ovvero i vitigni che in quella particolare area vantano una espressione di eccellenza ormai codificata da decenni e inserita nel disciplinare di produzione (si tratta di più di ottanta toponimi) in corso di finalizzazione. Non solo, oltre al vitigno sono previste delle rese di produzione in vigna inferiori a quelle previste dal vino Alto Adige Doc senza menzione. Un ulteriore passo verso un castello di indicazioni di tipo piramidale si otterrà con la probabile definizione della speciale indicazione Gran Alp, che prevede rese in vigna particolarmente basse (probabilmente sessanta quintali per ettaro, con la condizione aggiuntiva di vigne di oltre dieci anni) e affinamenti minimi di diciotto mesi per i bianchi e di trenta per i rossi. Nella stessa direzione si dovrebbe muovere anche l’altra denominazione altoatesina, Lago di Caldaro Doc per la quale le uga saranno una vera innovazione (non essendoci oggi) come la menzione Gran Alp; altra novità, l’aggiunta della tipologia Riserva che questa piccola Doc non prevedeva.
Un tale restringimento delle maglie giocoforza comporta un incremento della personalità dei vini, un passaggio obbligato per chi vuole posizionare il proprio prodotto ai più alti livelli di qualità. E l’Alto Adige nel suo insieme, accompagnato dalle etichette che già hanno raggiunto vette straordinarie, può e deve ottenere tali risultati che gli consentirebbero un posizionamento ancora più alto nei vini del mondo, un generale incremento di carattere nel calice per raggiungere la massima distintività. Quando si parla di altissima qualità l’altro parametro fondamentale è longevità, un elemento imprescindibile per i vini importanti che il territorio ha già dimostrato ampiamente di padroneggiare; noi, infatti, siamo stati più volte cronisti delle capacità evolutive dei vini altoatesini.
L’annata 2019
Rudi Kofler, enologo di Cantina Terlan, ci ha illustrato l’andamento climatico. “A marzo 2019 le clima era piuttosto caldo e secco. Sono seguiti dei mesi di aprile maggio piuttosto piovosi e freddi, in particolare maggio ha rallentato la vegetazione e siamo andati in ritardo di fioritura di due settimane almeno. Fioritura a inizio giugno con un clima caldo con delle punte molto calde, fino a 38-39°C. Luglio e agosto sono stati belli, ma mai troppo caldi, e qualche pioggia ha incrementato ulteriormente l’equilibrio in vigna. Unico neo qualche grandinata, specialmente intorno a Bolzano, con ovvie riduzioni di quantità di uva, specialmente lagrein. Inizio settembre piuttosto umido e poi caldo secco per tutto l’autunno con un finale di stagione eccellente che ha consentito di tenere l’uva in pinata fino alla perfetta maturazione”. Insomma, un annata con uno sviluppo vegetativo lungo a vantaggio di un frutto caratterizzato da ottima maturità tecnologica e fenolica.
Tradotto nel calice “vini freschi ed eleganti, caratterizzati da aromi particolarmente nitidi e quindi da una più evidente e nitida presenza e leggibilità di aromi varietali. I rossi sono meno opulenti che nell’annata 2018, ma la finezza è palese”, sono le parole di Eros Teboni, uomo di territorio, miglior sommelier del mondo nel 2018 per la Worldwide sommelier association.
Ci sentiamo di aggiungere che all’assaggio, per tutti i vini, ma più evidente nei bianchi degustati, un’acidità particolarmente spiccata che al palato si avverte in termini di succosità e non di spigolosità per dei vini che certamente hanno ottime capacità evolutive, ma con una piacevolezza di assaggio eccellente da subito. Insomma un’annata da ricordare, già interessante nei vini più semplici in via di commercializzazione, sicuramente eccellente e da ricordare per i vini che amano l’invecchiamento. Tra dieci anni, se troverete in carta al ristorante un 2019, prendetelo senza esitazione!
La degustazione
Alto Adige Pinot Bianco Doc 2019
13,5% vol
Hofstätter
Diretto e ben leggibile, accoglie di fiori di limone insieme alla scorza del frutto, fusi con pesca, melone bianco, albicocca, pera e ananas. Respiri vegetali di salvia e menta percorrono l’insieme, accompagnati da invitanti note di mandorla e nocciola secche. Molto fresco ma di impatto tondo, invita all’assaggio. In progressione e diretto, agile e ben sostenuto da un piglio sapido. Conferma la polpa del frutto, insieme agli agrumi che arrivano al pompelmo, con finale di mandorla e salgemma.
Winkl 2019
Alto Adige Terlano Sauvignon Doc
13,5% vol
Cantina Terlan
Riconoscibile, propone subito di salvia e menta che dialogano con il frutto croccante di pesca, gelso bianco, pera, uva spina, mela, percorsi da sentori trasversali di salgemma e calcare per un insieme molto ben definito, seppur giovanissimo. Avvolgente all’ingresso in bocca, ma freschissimo, dotato di un’acidità succosa che spinge alla beva, accompagnata da una decisa tensione salina. Il retrolfatto ritrova il naso, a partire dal frutto fresco, accompagnato dai minerali e nel finale da respiri vegetali.
Alto Adige Gewürztraminer Doc 2019
14% vol
Cantina Kaltern
Intenso, è subito fresco di rosa e licci, con profumi invitanti di giglio, di frutto della passione e poi mandarino, lime, fico fresco e gelso per un insieme deciso, scandito nei riconoscimenti, non pomposo, ma coinvolgente. Si conferma al palato, dove è fresco e succoso, salino, dotato di una vaga pennellata tannica per un insieme avvolgente, di beva invitante, coerente al retrolfatto nella dialettica precisa e decisa, caratterizzata da un finale salino che sollecita l’assaggio.
Alto Adige Lagrein Kretzer Doc 2019
14% vol
Schmid Oberrautner
Accattivante, approccia dolce di frutto in sciroppo che sa di lampone fragola e ciliegia, declinate anche leggermente caramellate, sfumato da profumi coinvolgenti di fiori d’acacia ben maturi. Fresco, lineare, leggero e tondo al palato, è dotato di una delicata ma presente tannicità che dà grip all’assaggio. Ne gode il retrolfatto dove il frutto è più croccante e si aggiunge una dinamica percezione di arancia rossa fresca e polposa.
Alto Adige Pinot Nero Doc 2019
13% vol
Cantina Tramin
Subito frutto polposo, insieme ad aromi di peonia e rosa rosse, declinato in toni invitanti di lampone e fragola, freschi e sciroppati, in aromi di ciliegia, di melagrana e granatina, con arancia rossa succosa e percezioni di nocciola secca. La bocca è levigata, tutta da bere, di buon equilibrio, caratterizzata da una dialettica retronasale coerente, focalizzata sul frutto fresco, accompagnato da note di liquirizia in caramella sulla finissima scia tannica.
Alto Adige Lagrein Doc 2019
13% vol
Cantina Bolzano
Intenso di mora fresca e in confettura, con ciliegia e prugna disidratata, accompagnate da intriganti nuance di yogurt alla frutta rossa, con cenni vegetali di rovo mentre il frutto in confettura tende ad allargarsi. Bocca di acidità succosa, con tannini che danno grip e una bella salinità per un insieme che sollecita largo il palato, con il frutto, fresco e croccante, dotato anche di percezioni di arancia rossa e chinotto, e con note di liquirizia nera in bastoncino e grafite.