Primosic si racconta con la monografia Radici

Radici, la Ribolla di Oslavia, una tradizione di famiglia è un libro sull'evoluzione del Collio, dedicato a cinque generazioni di Primosic

Nell’evento di presentazione le tre generazioni della famiglia sono state unite in un emozionante confronto: da Silvan ai figli Marko e Boris (nella foto di apertura), oggi alla guida dell’azienda, ai nipoti Greta, Nicola, Elia che intervistati da Alessio Turazza, giornalista freelance, hanno risposto su temi come la storia e le radici della famiglia, i concetti di identità e appartenenza al territorio, la tradizione vinicola di Oslavia e del Collio, la filosofia di produzione e la personale visione del futuro.

nicola e greta primosic
Greta e Nicola Primosic

L’esigenza di raccontarsi nasce dal desiderio di voler fermare su carta un momento, di conoscere a fondo la propria storia e l’evoluzione del vitigno ribolla gialla, in modo da avere radici forti e solide, per guardare al futuro con maggiore consapevolezza e lasciare alle generazioni future un punto fermo a cui tornare ogni volta ne sentano il bisogno. La scelta di dare alla monografia il titolo Radici sottolinea le origini antiche della famiglia che risalgono all’Ottocento, oltre a essere il frutto dell’influenza della cultura germanica, slava e latina. Sono radici “che – come ha detto Silvan – resistono alla Bora e alle vicissitudini della storia, e hanno permesso alla famiglia di affrontare le difficoltà, ripartendo ogni volta dalla terra e dalla ribolla gialla”. Poi continua: “Ho iniziato a imbottigliare nel 1975 con la ferma convinzione che il mio vino doveva essere pulito, senza difetti. Tuttavia ero criticato dai miei vicini di vigna. Ho partecipato a un concorso a Lugano in Svizzera nel 1977 e sono tornato a casa con una medaglia d’oro e due d’argento. Nessuno a detto più niente. Ho poi preso un Oscar del vino regionale nel 1979 a conferma della qualità dei miei vini”.

primosic libro

La ribolla gialla, varietà fortemente autoctona, rappresenta il fil rouge che attraversa tutte le generazioni. La convivenza generazionale in azienda è intesa come “un travaso di conoscenze”, arricchisce ed è fonte di confronto quotidiano anche sulle tecniche di cantina e sperimentazione, mette assieme l’esperienza di Silvan e la visione di Marko e Boris sui vini del territorio.

Primosic si racconta con la monografia Radici
Marko e Boris Primosic

Proprio sul territorio è emersa una riflessione molto interessante. Si legge nella monografia: Oslavia e il Collio. Yin e Yang di questa terra. Una similitudine non solo di carattere ontologico ma anche etimologico. Nell’antica tradizione cinese, infatti, Yin indicava il versante più ombreggiato e Yang quello più soleggiato di una collina. Arcane assonanze tra mondi e culture lontane, che condividono l’idea di collina come luogo dell’anima, spazio intimo e non solo semplice elemento del paesaggio. Yin e Yang non possiedono un’identità autonoma ed esclusiva, esistono all’interno di una profonda e indissolubile relazione dialettica. Sono elementi complementari, uniti da un legame dinamico di scambio, che si fonde in un mutevole equilibrio. Allo stesso modo Oslavia non può esistere se non all’interno del più vasto territorio del Collio e il Collio risulterebbe mutilato se non comprendesse al suo interno Oslavia. Una prospettiva che restituisce unità nella differenza, ristabilisce un rapporto di stretta simbiosi tra due aree profondamente legate a un unico destino.

Come ha poi aggiunto Marko Primosic, “la collina di Oslavia ha due lati, un lato esposto al sole, luogo vocato per la ribolla macerata e i vini ambrati e un lato est, più fresco, luogo d’elezione per il Klin (il nostro Collio Bianco) e i vini dorati. Questi due vini sono fratello e sorella, sono connessi, espressione dell’identità del Collio, ambrati e dorati, non c’è distinzione”.  Prosegue poi dicendo: “Abbiamo capito che produrre una ribolla gialla macerata di elevata qualità come quella di Oslavia richiede tre ingredienti irrinunciabili: collina e alta collina ossia altitudine, ponca, oltre a bassa produttività”.

Per questo Primosic si pone come anello di congiunzione tra Collio e Oslavia, superando confini, facendo delle differenze i punti di forza, in una visione che non vede opposti, ma elementi complementari come la Ribolla di Oslavia e il Collio Bianco Klin.

La conclusione della conversazione ha portato la famiglia ha riflettere sul futuro e sul vino che verrà: “Il futuro dell’azienda è in buone mani e la continuità è assicurata dai miei figli e dai nipoti – ribatte Silvan -, hanno testa e idee per portare avanti il cambiamento, sono fortemente legati a Oslavia e hanno radici capaci di resistere anche alla Bora”.

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L’evento si è concluso con una degustazione verticale di Ribolla di Oslavia (annate: anteprima 2019, 2013, 2009, 2003) e Collio Bianco Klin (annate 2016, 2013, 2004).

Abbiamo assaggiato l’annata 2003 della Ribolla, servita in decanter, la prima prodotta con la tecnica della macerazione, che si è mostrata straordinariamente viva, così come la 2019, già pronta ora, ma con ottimo potenziale di invecchiamento. Il calice di colore dorato più o meno ambrato, al naso propone fiori d’acacia, poi aromi di frutta gialla da surmatura a matura, un sentore erbaceo che sfuma sullo zafferano, poi note di miele. In bocca entrambi hanno una trama tannica più o meno evidente, con una piacevole freschezza, poi sono salini e straordinariamente lunghi.

Primosic si racconta con la monografia Radici

Notevole l’annata 2004 del Klin, che ha mantenuto negli anni, incredibile freschezza, che raccontiamo in parallelo alla 2016. Entrambe hanno un colore dorato più o meno carico, dai profumi ampi, con note fruttate che vanno da quella esotica agli agrumi, poi i floreali che diventano macchia mediterranea quindi spezie. All’assaggio sono ampi con una bella freschezza, sapidità soprattutto nella 2004, una decisa persistenza dal ritorno di frutta esotica su un finale tostato.

Una degustazione in cui sono stati assaggiati vini bianchi con venti anni di storia, a riprova della longevità, capacità di evoluzione dei vini bianchi del Collio. È stato messo in luce anche lo stile della cantina, sempre volto alla ricerca di eccellenza, equilibrio, intesi come espressione di un’eleganza senza tempo.

Photo @ Primosic