Riserva Le Fornaci, il Lugana secondo Tommasi

È la punta di diamante del progetto Lugana di Tommasi che prevede la realizzazione di una cantina dedicata, dotata di area accoglienza

Tommasi è un marchio veronese che non smette di crescere ormai da sessanta anni. A fini anni Novanta la scelta di espandersi anche fuori Veneto con le acquisizioni durante un periodo di venti anni a partire dalla Toscana, alla Puglia, alla Basilicata e alla Lombardia. Una crescita che ha portato l’azienda della famiglia Tommasi a mettere insieme circa seicento ettari di vigneto per una produzione di tremilioni e mezzo di bottiglie. Tutto questo conservando orgogliosamente la struttura familiare (nella foto di apertura da sinistra, Giancarlo, Erica, Barbara, Paola, Pierangelo, Michela, Piergiorgio, Francesca e Stefano Tommasi), nel senso che la gestione e tutti i ruoli chiave sono nelle mani dei cugini Tommasi, quarta generazione al comando dell’azienda, nata nel 1902. Venendo all’area della Doc Lugana, qui i Tommasi sono proprietari di ben quarantacinque ettari. In particolare la Riserva proviene da vigne di turbiana poste nel comune di Sirmione: una su terreni calcarei su suoli argillosi, altre due su terreni sabbiosi ricchi di limo, per un insieme che eredita energia e struttura dalla prima vigna e l’eleganza dalle altre due.
La vendemmia è svolta a mano e, dopo una selezione delle uve migliori, i grappoli interi sono pigiati delicatamente e il mosto posto a fermentare per dieci-dodici giorni. La maturazione del 25% ella massa si svolge in tonneau di rovere francese da cinque ettolitri, il resto in tini di acciaio inox, entrambi per ben diciotto mesi. Segue l’assemblaggio, l’imbottigliamento e un affinamento di sei mesi prima della commercializzazione.

La degustazione

Riserva Le Fornaci, il Lugana secondo Tommasi

Le Fornaci 2019
Lugana Riserva Doc

13,5% vol
Uve: turbiana
Bottiglie prodotte: 10.776

Ha olfatto esuberante e coinvolgente, ricco di frutto e al palato seduce.
Di un bel giallo brillante, è intenso al naso, dolce e avvenente nel porgere aromi di albicocca, pesca, arancia, frutto della passione, susina goccia d’oro, licci, ananas, pera anche sciroppata, rinfrescati da tocchi vegetali di foglia di pomodoro, salvia, origano e mentuccia romana, mentre la dolcezza è articolata e parla di miele di rovo, di ciambellone, cotognata, biscotti ripieni di confettura di fichi e crostata alla marmellata di ,limone, in bel contrasto con toni vivaci di limone mentre scopriamo la camomilla e il giglio, la cipria,… Ingresso morbido, avvolgente, poi cresce la componente salina anche tattile che comanda mentre in progressione è la succosità acida a dare verve all’assaggio. Appena in bocca troviamo aromi di frutta in sciroppo che lasciano poi ai minerali, ora di salgemma, mentre di slancio il vino si allarga ridando tutto il frutto articolato, con una dote di miele netta e prolungata.
Ottimo con spaghettoni al burro affumicato e scorza di limone.