Scoprire Briziarelli
Nuova azienda, importanti investimenti e la sfida a un grande rosso italiano, il Sagrantino di Montefalco
Quando si arriva in Umbria non ci si può sbagliare, il paesaggio è di quelli che ti aspetti: strati di verde di intensità diverse ti circondano, vigneti, oliveti, querce disegnano un ambiente incontaminato e rasserenante.
Sembra di essere rimasti in piena epoca medievale, tutto quello che si vede intorno a noi ce lo suggerisce, casolari in pietra con i tetti rossi, vialetti che si infilano tortuosi tra le campagne, merli sparsi qua e la, tutto è pace e tranquillità.
Al nostro arrivo a Montefalco veniamo ricevuti da Roberto Ricci e Michele Italiani, responsabili per il settore vini dell’azienda Briziarelli, all’interno di un luogo fantastico, il Complesso Museale di San Francesco, un misto tra caffè letterario, enoteca, ristorante, museo e chiesa. Rimaniamo strabiliati da tanta bellezza con affreschi del Cinquecento, pale e dipinti, alcuni dei quali attribuiti nientemeno che al Perugino, e un museo degli attrezzi dedicato alla viticultura di altri tempi recuperati dalle antiche cantine dei Frati Minori Conventuali.
Ed è proprio in una di queste sale che facciamo la nostra prima conoscenza con i vini dell’azienda Briziarelli: Il “Rosso Mattone” (prodotto in 25.000 bottiglie), un Rosso di Montefalco di buona personalità, dalla beva schietta ma mai semplice, il “Vitruvio” (prodotto in 10.000 bottiglie), Sagrantino di Montefalco dalla grande stoffa, con verve sia alcolica che acida, corposità da vendere e una trama tannica presente ma non esuberante, e infine il “1906” (10.000 le bottiglie prodotte), il vino del centenario, un blend di uve bordolesi con una partecipazione di sagrantino, voluta per dare un’impronta territoriale più marcata: un’operazione riuscita perfettamente in un vino che unisce classe ed eleganza al corpo di bella presenza.
Dopo il pranzo e una degustazione più accurata dei vini, assaggiati questa volta in abbinamento ai piatti preparati dallo chef del ristorante Citrus, veniamo invitati a fare un giro per le vigne con il mezzo principe per la campagna, un magnifico trattore con tanto di carretto al traino, condotto dal tecnico agronomo tuttofare dell’azienda, Sig. Gianni: sembrava di essere sopra un “Conestoga” da Far West.
Tra uno sballottamento e l’altro ci immergiamo tra i verdi filari che ondeggiano per i leggeri declivi della campagna circostante. Da qui si gode il panorama dal punto di vista inusuale, il centro del vigneto, da dove possiamo scorgere il luogo dove sorgerà la nuova cantina, i vigneti dei personaggi più importanti della zona, loro confinanti, i paesi di Bevagna e Montefalco, insomma un panorama fantastico che appaga sguardo e spirito.
A proposito di spirito non possiamo dimenticare il motivo principale della nostra visita, il vino. Appena proposti sul mercato, sono prodotti già interessanti, con grandi capacità evolutive.Un’opera davvero importante condotta con grande cura, ma con calma tutta “umbra”, ogni cosa, variazione, innovazione che sia, è stata studiata nei minimi particolari e poi messa in pratica scandendo bene i tempi, a tal proposito veniamo a sapere che entro tre anni la produzione totale arriverà a 150.000 bottiglie e, visto che la prima annata prodotta risale al recentissimo 2007 e che l’attività principale della famiglia Briziarelli è la produzione di laterizi in una delle più importanti fornaci d’Italia, mai come in questo caso possiamo dire che questa è una azienda che si sta costruendo mattone su mattone!
di Luciano Nebbia
