Vinoforum 2016 – Piace il ritmo dei Temporary Restaurant piatti al top a prezzi pop…
Gusto e sorpresa per la simpatica alternanza dei Temporary Restaurant. Cucine d’autore italiane e internazionali che si alternano ogni due giorni a prezzi da street food.
Avvincente e irresistibile la proposta dei Temporary Restaurant. Quattro differenti locali si alternano ogni due gorni per un totale di ventiquattro postazioni che offrono piatti “d’autore” a prezzi invitanti ovvero da quattro a sei eurno. Cucine a vista che inebriano i 10mila metri quadri di Lungotevere Maresciallo Diaz. A farla da padrona sono le insegne capitoline, ma osti e cuochi provengono da tutta la Penisola e non mancano le escursioni gastronomiche fuori dai confini nazionali.
Il quartetto che ha dato il via, venerdì 10 e sabato 11 giugno, a questo valzer dei fornelli è stato composto da: Locanda Mammì, da Isernia, con pietanze della tradizione molisana riviste in chiave moderna; Marzapane, sede romana con il cuore spagnolo di Alba Estevez Ruiz; Sapori dal Mondo, fedele al proprio nome con menu cosmopolita; La Porta di Basso, da Peschici, con tutti gli aromi e i sapori del Gargano.
A sostituire i primi quattro, domenica 12 e lunedì 13: Red Fish, tra le migliori proposte, ovviamente di pesce, di Ostia; 28 Posti, da Milano ma con un giovanissimo e talentuoso chef originario di Procida, Marco Ambrosino;
Trippini, da Civitella del Lago, un grande classico della ristorazione umbra sempre sul pezzo; La Cucina Peruviana, temporary tra i temporary, con le preparazioni, in gran voga, della scuola amazzone.
Martedì si è ripartiti in bellezza con: Il Simposio, da Sermoneta, a firmare in modo goloso la tradizione dei Monti Lepini; Retrobottega, da neanche sei mesi nell’Urbe e già nel cuore di molti romani; il nuovo Tordo Matto di Adriano Baldassarre, fresco di apertura intra moenia, dopo i passati, di successo, in quel di Zagarolo; Essenza, da Pontinia, con lo chef Simone Nardoni tra i protagonisti della cosiddetta rivoluzione gastronomica del litorale laziale.
Giovedì 16 e venerdì 17 hanno preso posto: Burro & Alici, da Erbusco, Franciacorta, con l’anima cetarese di Gaetano e Pasquale Torrente; Bistrot 64, con il rigore nipponico e la fantasia italiana di Kotaro Noda, romano ormai d’adozione; Salvatore, da Ravello, con tutti i profumi della Costiera Amalfitana; La Cucina del Sudafrica, altro interessante concept sorto per l’occasione.
Gran chiusura affidata a: L’Arcangelo e Le Tamerici due nomi storici, a Roma sinonimi di eccellenza; Osteria del Taglio, da Salerno, altra insegna della Campania Felix; Misticanza, tra i volti della nouvelle vague culinaria capitolina.
Davvero Super! Qualche piatto? Spuntatura di maiale cotta nella birra, fondo di cottura e patata ratta di Alba Estevez Ruiz, dall’equilibrio sorprendente; la “Graffa” Napoletana, limone e capperi, un dolce goloso mai stucchevole ad opera di Marco Ambrosino; il Cuore fritto con salsa giardino dei ragazzi di Retrobottega, da assuefazione; i delicatissimi Spaghetti di patate di Kotaro Noda…..
E a voi? Cosa ha entusiasmato di più?
Redazione Cucina&Vini