Cous Cous Fest a S.Vito Lo Capo, il mondo in un piatto dal 23 al 28 settembre

E’ il Cous Cous, piatto senza confini ricco di storia e simbolo di apertura, il protagonista della festa più colorata della splendida estate siciliana, un evento multiculturale pieno di gusto e sorprese

grafica

C’è chi ci torna ogni anno a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, per il Cous Cous Fest , l’evento di fine settembre che saluta l’uscente estate, che qui ancora brilla di sole, mare trasparente e profumi. Una magica kermesse che celebra il Cous Cous come piatto della pace, comune a tante culture, all’insegna dell’integrazione e dello scambio tra i popoli. La diciassettesima edizione del Festival internazionale dell’integrazione culturale si terrà dal 23 al 28 settembre ma quest’anno già sabato 20 e domenica 21 offre un’anticipazione con Aspettando il Cous Cous Fest, due giorni per assaggiare una selezione di ricette, fare shopping all’expo village, ballare sotto le stelle, le magiche stelle del cielo di Sicilia. A Piazza Marinella sarà possibile assaggiare le specialità a base di pesce e di capone fritti nella caratteristica padella gigante a cura dei pescatori di San Vito Lo Capo. Tra le novità la Scuola di Cous Cous , lezioni di cucina condotte da chef sanvitesi che insegneranno tutte le fasi di preparazione di una ricetta: dall’incocciata al condimento sia per il Cous Cous tradizionale che per quello precotto, più facile da preparare. _PHS6991

Il Cous Cous Fest prevede una gara gastronomica tra chef di nove paesi, momenti di approfondimento dedicati ai Cous Cous del mondo, incontri culturali e sfide di cucina. E, come ogni anno, non mancheranno momenti di puro divertimento, con spettacoli di grandi artisti e concerti che, sempre nel segno della multiculturalità, animeranno le serate dell’evento. Il tutto nella splendida cornice di questa cittadina che con il suo clima caldo, il mare cristallino e la bellezza delle sue spiagge è la location ideale per prolungare il piacevole relax delle vacanze estive.

INCOCCIATALa gara gastronomica internazionale, cuore della rassegna, è la sua anima più allegra e colorata. Nelle cucine di San Vito Lo Capo si incrociano lingue, culture e religioni diverse all’insegna della multiculturalità e dell’integrazione culturale attraverso il cibo. Quest’anno saranno 10 i paesi che si confronteranno in gara a presentando ricette a base di cous cous. Per la prima volta nella storia della manifestazione in gara ci sarà la Libia con gli chef Khairi Muftah Kharaz e Moftah Alkharaz. Una giuria tecnica insieme ad una giuria popolare valuterà i piatti in gara attribuendo due premi dedicati. La giuria tecnica, formata da giornalisti, chef ed esperti, è presieduta da Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità golose, il primo congresso italiano di cucina d’autore. Tra i “tecnici” Roberto Perrone del Corriere della sera, Fausto Arrighi, direttore per 35 anni della Guida Michelin, Giancarlo Morelli, chef stellato nel suo ruolo di consulente del Pomiroeu Marrakech e Chiara Maci blogger e volto di diversi programmi televisivi. Della giuria popolare fanno parte quasi cento visitatori della rassegna che hanno la possibilità di assaggiare le ricette e votare il proprio preferito. In gara per l’Italia lo chef sanvitese Peppe Salmeri e Andrea Provenzani, del ristorante “Il Liberty” di Milano, selezionato durante il Cous Cous Fest Preview, le selezioni nazionali che si sono svolte a giugno.A condurre le manche di gara ci saranno l’attore e chef italo americano Andy Luotto e la showgirl siciliana Eliana Chiavetta.

Tra le novità di quest’anno l’apertura di un nuovo punto di degustazione, la Casa dei pescatori di San Vito lo Capo, a piazza Marinella, dove sarà servito il pesce fritto nella maxi padella di 5 metri di diametro, abbinato ad un dolce ed un bicchiere Senegal migliore presentazionedi vino siciliano. Il Cous Cous, vero protagonista della rassegna, sarà disponibile nelle tradizionali “Case del Cous Cous” che metteranno a disposizione oltre 30 ricette di cous cous, tra le versioni più stravaganti e i sapori della tradizione, a base di semola fornita da Bia Spa. Al villaggio gastronomico, aperto dalle 12 alle 24, anche i dolci più golosi della tradizione siciliana, abbinati ad etichette selezionate. Alla “Casa del Cous Cous dal mondo” si possono assaggiare le varianti internazionali di cous cous, a quella del Mediterraneo i piatti ispirati ai sapori del Mare Nostrum, alla “Casa del cous cous di San Vito Lo Capo” le ricette del territorio, mentre ad Al Waha, i profumi e i sapori del Cous Cous sono serviti in riva al mare, premiato anche quest’anno con le “5 Vele” di Legambiente e Touring Club Italiano. Il biglietto per le degustazioni costa 10 euro e prevede un piatto di Cous Cous o di pesce fritto, un dolce siciliano e un bicchiere di vino.

ISRAELE

Due parole sulla semola giramondo Il Cous Cous, piatto giramondo, unisce in sé il globale e il locale. Ovunque sia approdato, in giro per il mondo, il piatto ha sposato le caratteristiche del territorio, legandosi profondamente alle tradizioni, religiose e conviviali dei popoli e diventando, volta per volta, maftoul, kseksou, cuscus, cascasa, sekso, kskso, kuskus, kuski, burgul o tabouleh.

Questa tradizionale pietanza a base di semola di grano, cotta a vapore, servita con un bouillon aromatico arricchito del sapore delle verdure di stagione, legumi, aromi e spezie, carne o pesce, rappresenta da sempre il piatto simbolo della cucina maghrebina, specie nei giorni di festa.

Il termine Cous Cous indica sia la “semola” che il piatto completo, nella sua terra d’origine, dal Marocco alla Libia. Questa semola si presta a una varietà infinita di piatti: da quello più semplice con lo smen, un burro “fermentato” e un bicchiere di latte cagliato, ai ricchissimi Cous Cous delle feste di matrimonio e di ricevimento. Si tratta di una specialità presente in innumerevoli versioni regionali e stagionali dal Marocco alla Libia, dall’Algeria alla Tunisia. Ma superato l’Egitto, se ci spostiamo nel Mediterraneo verso il Medio Oriente o nell’area turco balcanica, i chicchi di semola assumono altre forme e denominazioni e sono spesso sottoposti ad un diverso procedimento di lavorazione e cottura. Un piatto locale, dunque, ma al tempo stesso globale: non partecipa all’omologazione del gusto ma si esprime in tante e diverse contaminazioni territoriali.

di Rossella Gargiulo

www.couscousfest.it

https://www.facebook.com/CousCousFest

https://twitter.com/Cous_Cous_Fest