Alto Adige Pinot Nero Pònkler, nuova etichetta di Franz Haas

Esce il nuovo Pinot Nero di Franz Haas, frutto di una vigna a settecentocinquanta metri di altitudine

Ogni incontro con Franz Haas è un’esperienza coinvolgente, sempre diversa perché permette di conoscere le varie sfaccettature del vino o della varietà scelta per quel momento.
In questo caso il protagonista è stato Pònkler, il nuovo Pinot Nero di casa Haas.
“Diversi anni di prova – introduce Franz – ed ecco uscire il primo imbottigliamento del millesimo 2012, come avevamo promesso a Francesco Arrigoni, carissimo amico che è recentemente scomparso. Siamo stati legati a lui da una reciproca stima, affetto e univoca passione sia per questo vitigno in particolare che per il nostro lavoro”. Continuando poi, “Poco prima di lasciarci era venuto a trovarci, aveva visitato il vigneto, rimanendo folgorato dalla bellezza del luogo circondato dai boschi del comune d’Aldino, a circa settecentocinquanta metri di altitudine, suggerendo poi di imbottigliare singolarmente la qualità di questo singolo appezzamento. Il nome Pònkler viene dal prato dove abbiamo piantato i vigneti e di cui parla anche una vecchia canzone locale che cita ‘il Lagrein del Pònkler di Aldino’ e se c’è una canzone, la storia è vera”. Curiosi chiediamo come ha trovato questo appezzamento, di cui ci aveva accennato anni fa in occasione di un approfondimento. “Guardando a nord da una finestra di casa – spiega Franz – vedevamo prati verdi quando tutto intorno era neve, ombra, e allora ho pensato che magnifica uva potesse crescere lì. Pareva però che il proprietario non fosse interessato a vendere, invece un mercoledì alle 10 gli parliamo e al pomeriggio acconsente ad affittarcelo. Abbiamo impiantato anche se era fuori dal disciplinare, ottenendo una deroga, qualcuno diceva che mai nulla avrebbe preso piede, invece abbiamo messo oltre al pinot nero anche pinot bianco, pinot grigio”.
Per vestire la bottiglia di questo vino è stata scelta un’elegante etichetta disegnata come le altre della produzione da Riccardo Schweizer. Nei giorni in cui pensavano alla scelta un disegno, dimenticato in un vecchio libro, cade casualmente e Maria Luisa Manna, moglie di Franz, disse: “Usiamo questo, è perfetto per questo vino”.
Il particolare contesto dell’appezzamento, dove Franz ha scelto di impiantare diversi cloni francesi, fa si che la vite ha foglie più piccole, grappoli più piccoli degli altri impianti più bassi, con acini dalla buccia croccante, differenze che

Alto Adige Pinot Nero Pònkler La botiglie dell’Alto Adige Pinot Nero Pònkler

dipendono anche dalle temperature, dal clima che incide non poco a quella altitudine e dall’assenza totale d’inquinamento atmosferico. Il sesto d’impianto fitto, di circa diecimila ceppi per ettaro, da rese molto basse dai quarantasei a quarantotto quintali per ettaro. “La varietà pinot nero – sostiene Franz – ha trovato nel vigneto d’Aldino una maturazione fantastica raggiunta da quattro a sei settimane dopo rispetto a impianti a minor altitudine”.
La vinificazione ha visto dal 2012 (al momento unica annata in commercio) al 2016 (millesimo proposto ancora come campione di botte in un assaggio comparativo), diverse temperature di fermentazione svolta rigorosamente in acciaio, da un 20% a un 25% di uva intera per stabilizzare il colore. Chi conosce Franz sa quanto sperimenti per calibrare la vinificazione di ogni varietà (ma in particolare del pinot nero, sua grande passione) alle uve ottenute dalla vendemmia di ogni singola annata. Il vino è classificato con Alto Adige DOC.

La verticale

La degustazione è partita dal 2012, con un titolo alcolometrico che per essere precisi si attesta a 13,23 gradi. Il colore tipico del vitigno, brillante nel calice precedeva un naso straordinario di frutta rossa matura che sfumava su spezie finissime. L’assaggio estremamente morbido era fresco, sapido con un elegante equilibrio.
Il millesimo seguente 2013, un alcool leggermente più importante a 13,63, aveva un naso più evoluto, dove emergeva la frutta rossa piccola rossa e nera, la viola, spezie più marcate, una bocca che corrispondeva con un tannino più evoluto ma sempre in un contesto di grande morbidezza ed eleganza.
Al calice del 2014 Franz ha commentato che in quell’anno l’autunno è stato “figo” con notti più fresche regalando uve praticamente perfette! Questa annata ha conferito il grado più basso di 13,20 e profumi di frutta a superiori alle spezie, un assaggio sempre setoso, con una profondità espressiva maggiore e note balsamiche. Sin qui optiamo per il 2014 come annata preferita.
Il 2015, più caldo essendo a 13,95, aveva lo stesso naso espressivo, un assaggio setoso, con un buon equilibrio

Pinot nero Pònkler nel calice Pinot nero Pònkler nel calice

tra freschezza e sapidità, un retrolfatto leggermente speziato.
Chiudeva questa emozionante verticale la prova di botte del 2016. Franz ci racconta di avere usato metà legno nuovo, di tostatura media e di avere anticipato di qualche giorno la vendemmia rispetto agli altri millesimi. Un colore leggermente più carico ha preceduto un naso dalle sensazioni di frutta più croccante, una bocca meno espressiva, ma comunque non arrogante.
Parte del ricavo delle duemila e cinquecento bottiglie dell’annata 2012, sarà devoluta al Comitato Francesco Arrigoni. “Questo farà si – conclude Franz – che si perpetuerà il ricordo di lui nella mente di chi l’ha conosciuto”.