Il Tempo della Vite, parte il progetto della famiglia Paladin
Far conoscere al pubblico il vino attraverso l’esperienza del vignaiolo. E' questa è l’idea da cui è partita questa nuova avventura

L’intento è di creare un laboratorio a cielo aperto “dal passato al futuro” che, attraverso delle tappe interattive, racconterà da un lato l’evoluzione della viticoltura dal passato fino ai giorni nostri, dall’altro le nuove frontiere della conoscenza scientifica, per scoprire come vive la vite dalle radici al grappolo. Il progetto, realizzato in collaborazione con le Università di Padova, Milano e Bolzano e con l’ente Crea, rientra nell’ottica già condivisa in cantina di una sostenibilità a 360°, che Casa Paladin ha sviluppato attraverso un programma di tutela delle 4V, i quattro pilastri Vite, Verde, Vino e Vita.
Un evento ha voluto posare una sorta di prima pietra, indicando il luogo destinato a Il Tempo della Vite (una porzione si vede nell’immagine di apertura), un parco vitato di diecimila metri quadrati a lato della cantina ad Annone Veneto che sarà strutturato in due aree: una storica e una che guarda al futuro. La prima rappresenterà l’evoluzione delle forme di allevamento nella storia della viticoltura, dalla vite strisciante fino ad arrivare alla forma tipica dell’alto Veneto, la bellussera, e al moderno guyot. La parte tecnologica invece metterà in evidenza le tecniche agronomiche all’avanguardia per una produzione sempre più sostenibile per l’ambiente. A conclusione del percorso ci sarà una galleria che permetterà di esplorare il mondo sotterraneo per capire e comprendere l’importanza del suolo, della microflora e della microfauna in esso presente. Al suo interno verranno creati dei punti d’osservazione sperimentali sulla vite così da poter osservare la risposta della pianta agli stimoli naturali quali luce e umidità.
Questo vigneto didattico racconterà al grande pubblico l’essenza del legame tra il vino e il suo territorio attraverso un viaggio che vede come protagonisti la vite, la sua coltivazione, l’uva con le sue caratteristiche variegate e da ultimo il vignaiolo. L’uomo, attraverso il sapiente lavoro di cura e selezione, riesce a tradurre questo legame in un vino con caratteri identitari unici e spesso irripetibili. Il parco sarà aperto a tutti i visitatori della cantina ma anche agli studenti, da quelli delle scuole primarie fino a quelli dell’università.
Grazie al coinvolgimento di uno studio di architettura e di una paesaggista, elementi naturali e antropologici verranno messi a sistema per poter garantire al fruitore un’esperienza unica che coinvolge insieme i sensi con colori, profumi e suoni diversi. Dei tracciati che tagliano i vigneti permetteranno di raggiungere i vari spazi evento, attraversando elementi naturali sempre diversi che verranno valorizzati attraverso delle azioni di rinaturalizzazione di alcune zone. Il vigneto verrà visto sotto un profilo di sostenibilità, declinata in diversi ambiti, capaci di trasferire emozioni di piacevolezza e armonia, valorizzando la qualità tramite il bello.

I principi alla base del progetto sono rispettare la Vite, proteggere il Verde, produrre un Vino sostenibile, tutelare la Vita.
Ecco in sintesi, V per V, cosa prevede il protocollo della famiglia Paladin.
PER LA VITE – Intervenire meno e meglio
§ Concimazioni effettuate solo con compost organico o sovescio a filari alterni
§ Nessun utilizzo di diserbanti chimici
§ Potatura solo manualee in campo
§ Lotta integrata per la difesa del vigneto e riduzione al minimo dell’utilizzo di fitofarmacie trattamenti fitosanitari (adottando per esempio il metodo della confusione sessuale, usata per prevenire malattie originate dalla tignoletta)
§ Partecipazione al progetto Life Vitisom, che prevede l’utilizzo della Vrt (Variable rate technology – tecnologia a rateo variabile) per la distribuzione della sostanza organica, permettendo un approccio “plant to plant”nella cura del vigneto
PER IL VERDE – Proteggere, Riciclare, Ridurre
§ Partecipazione al progetto Biopass(Biodiversità, paesaggio, ambiente, auolo e società): monitoraggio e valutazione della biodiversità di flora e faunanei vigneti in collaborazione con lo Studio Agronomico Sata
§ Inerbimentodei vigneti
§ Produzione di vini vegani, nel contenuto ma anche nel packaging, evitando colle di origine animale
§ Utilizzo di depuratori biologiciper la gestione delle acque reflue
§ Impegno a utilizzare bottiglie poco pesanti, tappi ecocompatibili e riciclabili
§ Utilizzo di energia fotovoltaicanell’impianto di recente rinnovo presso Paladin e Bosco del Merlo, e adozione in tutte le cantine di strumenti moderni per la riduzione degli sprechie la produzione di energia rinnovabile
§ Vendemmia durante le prime ore del giornoper evitare il sovraccarico dell’impianto frigorifero
PER IL VINO – Garantire l’espressione del potenziale naturale dell’uva
§ Utilizzo di tecniche non invasiveper trarre dalle uve il loro originario patrimonio organolettico e nutritivo
§ Utilizzo in cantina di pratiche di recuperoe di tecnologie per il risparmio energetico
§ Controllo del prodotto in fase di trasformazione, per garantire l’assenza di residui fitosanitari
§ Modulazione e controllo costante della temperaturadurante la fase di fermentazione
§ Attuazione di tutti i processi, dalla raccolta dell’uva alla trasformazione del mosto in vino, in un sistema inertizzato, in modo da non avere ossidazione del prodotto e preservarne il patrimonio di aromi primari, con uso di solfiti a ridotto del 50% rispetto ai limiti legali
§ Certificazione Ifsper l’intero processo in cantina, uno standard che garantisce la qualità e la sicurezza dei sistemi produttivi
PER LA VITA – Lavorare per il benessere dei collaboratori e della società
§ Creazione del progetto Life in Roséa sostegno delle le attività di Lilt (Lega italiana lotta tumori) di Treviso, devolvendo parte del ricavato delle vendite di Pinot Grigio Rosé e Prosecco Doc Rosé Brut Bosco del Merlo alla campagna Nastro Rosa
§ Impegno in strategie di employer brandingper creare un ambiente positivo, indagando costantemente sulle criticità e le aree di sviluppo dell’azienda
§ Promozione di collaborazioni con enti del territorio e università, per sviluppare la ricerca, l’innovazione e creare una rete virtuosa

A proposito di Casa Paladin
Dal 1962, la famiglia veneta Paladin porta avanti la sua storia con passione e rispetto per la terra. Mantenere l’unicità delle proprie radici, rispettare il carattere dei territori, sostenere la pratica dell’eccellenza e promuovere la condivisione dei valori: questi sono i capisaldi di Casa Paladin. Oggi Carlo e Roberto Paladin perseguono la crescita e lo sviluppo dell’azienda. Con i diversi marchi portano avanti un importante progetto di viticoltura ragionata legato all’ecosostenibilità, sotto il tetto di questa “Casa” troviamo: Paladine Casa Lupoin Veneto, Bosco del Merlotra Friuli e Veneto, Castello Bonomiin Lombardia (Franciacorta), Premiata Fattoria di Castelvecchiin Toscana (Chianti). Cinque storie di vigne e di vinicon l’impegno di conseguire l’eccellenza, attraverso rigorose scelte vitivinicole che mettono al centro, senza compromessi, la naturalità dei diversi territori. A coordinare la direzione tecnica Leonardo Valenti, docente di viticoltura ed enologia dell’università statale di Milano e coinvolto nel progetto, Luigi Bersini, enologo di Castello Bonomi, e Carlo Paladin, che formano un team a capo della qualità e della produzione di tutte le tenute.