Marmellata o confettura?

Foto di chia-s-kitchen.blogspot.it
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La risposta l’ha già data nel 2001 l’Unione Europea con la direttiva numero 113 ma noi italiani in questo caso continuiamo a confondere i due termini. La direttiva menzionata definisce marmellata ‟la mescolanza, portata alla consistenza gelificata appropriata, di acqua, zuccheri e di uno o più dei seguenti prodotti, ottenuti a partire da agrumi: polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorze”, mentre per confettura la definizione è la mescolanza ‟di zuccheri, polpa e/o purea di una o più specie di frutta e acqua”.
L’argomento sembrerebbe di poco conto ma il rispetto della normativa è di fondamentale importanza, pena la difficoltà d’intenderci. Quando ci troviamo davanti agli scaffali del supermercato per scegliere al meglio il nostro barattolo è bene ricordare anche che per confettura standard si intende quella che al suo interno deve contenere non meno del 35 per cento di frutta sul prodotto finito, mentre in quella extra la percentuale non deve essere inferiore al 45 per cento. L’ alimento è abbastanza sicuro poiché per legge non può contenere né coloranti né conservanti ma solo pectina, che è un enzima gelificante presente nella frutta. Attenzione però alle diciture ‟senza zucchero” perché in realtà senza lo zucchero le marmellate e le confetture non potrebbero esistere. Questo ingrediente è fondamentale perché è un conservante della frutta, quindi dietro questa espressione potrebbe nascondersi un dolcificante, che se prodotto naturalmente come quello derivante da frutta e uva non ha alcuna contro indicazione, se non quella calorica, mentre se è un prodotto della chimica, i pareri si fanno discordi. In buona sostanza il consiglio rimane sempre lo stesso: leggete l’etichetta e se siete a dieta anche la tabella nutrizionale.

Fabio De Raffaele