Tedeschi presenta il nuovo Maternigo, Amarone Riserva

Quarta etichetta di Amarone della Valpolicella Docg per la storica cantina di Pedemonte, frutto di un vigneto della tenuta Maternigo

Debutta ufficialmente il nuovo Maternigo Amarone della Valpolicella Riserva Docg 2016, l’ultimo traguardo della famiglia Tedeschi, storica realtà del territorio. Il lancio della nuova referenza arriva a coronamento di un percorso ultradecennale, iniziato tra la fine del 2005 e il principio del 2006 con l’acquisto della Tenuta Maternigo. Nel 2011 la tenuta aveva già dato i natali a un primo vino, il Maternigo Valpolicella Superiore Doc, ideato con l’obiettivo di proporre al pubblico un prodotto con un’identità autonoma, che alla struttura coniugasse bevibilità ed eleganza, configurando una sorta di “super Valpolicella”. Ora il progetto Maternigo compie un ulteriore passo in avanti, donando agli appassionati il prodotto che, storicamente, incarna lo zenit qualitativo della Valpolicella, arricchendo di una quarta etichetta la rosa di Amaroni prodotti dalla famiglia Tedeschi.

Tedeschi presenta il nuovo Maternigo, Amarone Riserva
Da sinistra, Sabrina, Riccardo, Antonietta e papà Lorenzo Tedeschi

La tenuta Maternigo, che si estende per 84 ettari complessivi, di cui 33 vitati nei comuni di Tregnago e Mezzane di Sotto, poggia su una zona alto-collinare tra i 290 e i 480 metri di altitudine, connotata da terreni calcari marnosi grigi e rosei e da marne bianche e rosa del Cretacico. In questo humus, l’Amarone Maternigo nasce dal vigneto Barila (nella foto di apertura), 4 ettari accuratamente selezionati dopo una scrupolosa zonazione, finalizzata a individuare l’imprinting migliore per esaltare la produzione di uve ricche in struttura. “Mio padre – racconta Riccardo Tedeschi – ha avuto il merito di introdurre lo stile dei vini che produciamo, dove la parola d’ordine è l’equilibrio, inteso come continuità nel livello di concentrazione del vino per tutta la durata dell’assaggio, coniugato all’esaltazione del virtuoso connubio tra eleganza e complessità del profilo aromatico. Noi figli, invece, siamo concentrati sull’esaltazione del frutto nei nostri vini, compito semplificato dal tipo di suolo in cui le vigne di Maternigo affondano le proprie radici”.

Un tema, quello della sublimazione del frutto, che orienta anche la fase di vinificazione: l’appassimento delle uve viene condotto a basse temperature e umidità controllata, in modo tale da accompagnare gli acini fino al terzo mese di appassimento, momento che ricerche dell’università di Verona hanno individuato come cruciale, tra i vari aspetti, per un ottimale sviluppo aromatico. Il risultato, continua Riccardo “è un frutto poco comune all’interno del panorama dell’Amarone”.

Tedeschi presenta il nuovo Maternigo, Amarone Riserva

La prova empirica dell’assaggio, in effetti, ratifica questa interpretazione, rivelando un profilo aromatico atipico e in discontinuità con i canoni classici della tipologia. Al naso il vino mostra una freschezza gioviale che si somma alla più tipica profondità dell’Amarone. Pepe rosa, coriandolo e scorza d’arancia accolgono l’olfatto, tenendo per mano note di ciliegia, mirtillo, mora e ribes, una corrente fresca che alleggerisce i primi secondi di olfazione. Poi arrivano le note di profondità avvolte in un manto d’eleganza, su ricordi di anice, gardenia, cumino, pepe nero, cioccolatino al rum, alloro, ginepro e mirto, seguite da fini cenni di cucuncio e grafite, per chiudere con inebrianti stilettate di eucalipto. Al palato mostra intensità e morbidezza, per un sorso sì caldo, ma mai rivelatore dei 17 gradi alcolici che rintoccano in etichetta. La trama tannica setosa è stemperata da una freschezza risoluta, cui fa il paio una sapidità di prima classe, tratteggiando una struttura imponente e una persistenza dilatata. Il retrolfatto disegna note di confettura di visciole, anice e cioccolato fondente, seguite da tocchi di mirtillo e intermittenze di grafite.