Villa Franciacorta, Il Martinello e la sostenibilità aziendale

Tornare da Villa Franciacorta dà la certezza di assaggi speciali e la sensazione di essere davvero accolti da Roberta Bianchi e Paolo Pizziol

Nel nostro recente incontro, Roberta ci ha parlato dell’ultima acquisizione fatta dal padre, la tenuta Il Martinello intesa da subito come l’espressione della rinascita di un terroir unico. Incuriositi le abbiamo posto alcune domande, anche riguardo al tema della sostenibilità di Villa Franciacorta a cui Roberta ha risposto in modo dettagliato e con lo stile franco che le corrisponde (nella foto di apertura Roberta Bianchi, Paolo Pizziol e Alessio Pizziol).
L’anno scorso è stato, a tutti gli effetti, l’anno della ripartenza in vigna, con l’impianto di tre nuovi ettari nel cru Villa e di due nella nuova tenuta Il Martinello. “La tenuta si trova – racconta Roberta – a Provaglio d’Iseo, mio paese natio, a pochi chilometri da Monticelli. Lì si respira l’emozione di un vero e proprio château, abbracciato da sette ettari di terreni fra boschi di castagni, olivi e terreni destinati alla coltivazione della vite, dove le uve potranno godere di una straordinaria esposizione al sole. Il luogo beneficia inoltre di una vista sulle Torbiere del Sebino; nelle giornate di bel tempo e con cielo limpido, si può scorgere all’orizzonte il limite sud del Lago d’Iseo. È situato nella parte più alta di Provaglio d’Iseo, a trecento metri di altitudine, zona vocata per il pinot nero, dove peraltro Villa ha già vigneti di proprietà nella tenuta il Roccolo, che dista pochi passi dal Martinello ed è il luogo della mia infanzia. La domenica si andava tutti in questa casetta dove, poco distante, c’era quella che noi chiamavamo la casa delle bambole, in realtà un vecchio roccolo, tipico luogo dove venivano posizionate le gabbie degli uccellini durante il periodo di caccia. I vigneti (circa due ettari) lì sono a chardonnay e danno origine a vini caratteristici e fortemente identificativi del luogo. Tornando a Il Martinello ora stiamo preparando i nuovi impianti, aspetteremo un anno per far ossigenare bene i terreni e poi realizzeremo altri due ettari per arrivare a una superficie totale di quattro dedicati esclusivamente a un clone particolare di pinot nero che, unito al terroir unico e alle caratteristiche pedoclimatiche tipiche delle zone più vocate, darà origine, ne sono certa, a vini capaci di raccontare la magia di questo luogo incantato, dove tutto è determinato dalla natura che esprime il suo essere. A noi spetta il compito di riuscire a interagire con essa e interpretare la sua anima”.

villa frANCIACORTA IL MARTINELLO
La tenuta Il Martinello

Approfittiamo della sua disponibilità per chiedere a Roberta quale è il loro approccio al biologico, alla sostenibilità, parola ultimamente non sempre corrispondente a dati veri e reali.

villa franciacorta tenuta il martinello
Filari a Il Martinello

“L’azienda Villa Franciacorta da sempre persegue un tipo di filosofia volta alla tutela dell’ambiente circostante, alla salubrità del prodotto e alla qualità della vita di chi ci vive e di chi opera con noi. L’antico Borgo si presenta esattamente come era nel Cinquecento, ristrutturato, ma non snaturato nella sua essenza (non è stato aggiunto un solo metro cubo di nuove strutture), le cantine sono totalmente ipogee e questo al fine di scongiurare un impatto visivo e ambientale che altrimenti avrebbe distrutto buona parte del suolo, matrice che dà il frutto e che richiede centinaia di anni per generarsi e, quindi, risorsa non rinnovabile. Operare onestamente, con competenza, ponendosi con rispetto e umiltà nei confronti della natura, prima ancora di qualsiasi certificazione è ciò in cui crediamo. La certificazione biologica non è per noi una bandiera, ma un approccio coerente con il nostro agire di sempre. L’inerbimento dei vigneti, le concimazioni organiche, le lavorazioni del suolo e le semine dedicate con leguminose al fine di favorire una sempre maggiore ricchezza di sostanza organica e quindi di varietà di specie che popolano il suolo, sono solo alcune delle azioni che mettiamo in atto al fine di mantenere all’interno del microhabitat di ogni singolo vigneto una biodiversità di specie fuori e dentro il suolo. È ampiamente dimostrato come la ricchezza in biodiversità sia direttamente proporzionale alla presenza di sostanza organica all’interno di un suolo che è quindi capace di generare frutti di altissimo livello qualitativo. Anche la gestione dell’erba per un controllo del bilancio idrico, lo sfalcio che viene effettuato a file alterne per permettere la sopravvivenza degli insetti fitofagi (nutrimento degli entomofagi, ndr) sono esempi dell’attenzione e del rispetto verso tutte le popolazioni che abitano e arricchiscono il microsistema vigna. Non ultima la cura posta nei confronti delle api che abitano le nostre vigne, importante indicatore biologico e vessillo di totale salubrità del luogo. La tutela della biodiversità diventa così simbolo di uno sviluppo che può dirsi davvero sostenibile, facendo così in modo che la povertà genetica finisca di essere il tratto distintivo del nostro esistere, oggi. La certificazione biologica continua in cantina con la certificazione di produzione Iso 14001, una certificazione ambientale, quest’ultima, che non solo soddisfa i requisiti minimi legali, ma stimola a creare sempre nuovi percorsi per limitare l’impronta ecologica del prodotto, a definire obiettivi di qualità ambientale sempre più elevati e puntare al miglioramento continuo della propria performance ambientale. In generale, i punti della norma specificano i requisiti di un sistema di gestione ambientale necessari per gestire gli impatti immediati e a lungo termine. Un ente terzo certifica quanto ogni anno si sia capaci di risparmiare Co2, generare ossigeno, produrre energia dai pannelli fotovoltaici, risparmiare e recuperare acqua, selezionare fornitori solo certificati e stimolarli a operare migliorando le proprie prestazioni ambientali e, non ultimo, far produrre bottiglie più leggere. Va poi aggiunto come il ciclo produttivo si chiuda con lo stoccaggio delle vinacce al fine di ottenere un ammendante che venga distribuito in vigna, restituendo sostanza organica al suolo, chiudendo così un percorso di economia circolare. Ma Villa Franciacorta non si ferma qui. La nostra costituisce una voce fuori dal coro perché, attraverso la ricerca, ha saputo innovare utilizzando ormai da anni i propri lieviti autoctoni brevettati a marchio Villa”. Concludendo poi, “un ultimo, importante dettaglio, trasversale a tutte le domande: Villa Franciacorta da sempre e volutamente non porta il nome della famiglia Bianchi che si sente custode e non proprietaria di questo luogo. Essere sostenibili è anche questo, essere consapevoli di custodire pro tempore un luogo, valorizzarlo per lasciarlo alle generazioni future ancor più ricco e prezioso di quanto non lo fosse nel momento della presa in custodia”.

villa franciacorta gradoni
Il borgo Villa e il vigneto Gradoni

Attraverso le dichiarazioni di Roberta siamo davvero convinti che Villa Franciacorta guardi avanti nel rispetto di uno sviluppo etico e sostenibile, nella continua ricerca della qualità, a supporto di ogni singolo obiettivo.

Crediti fotografici Villa Franciacorta – Canio Romaniello