Hors-Série Champagne Brut 1971, perla di Piper-Heidsieck

Frutto di una vendemmia considerata tra le migliori della maison Piper-Heidsieck, esce sul mercato dopo cinquanta anni

È la prima volta che mi trovo ad assaggiare un vino spumante conservato sui lieviti per cinquanta anni, e di tale qualità da essere un prodotto commercializzato. È il caso di Hors-Série Champagne Brut 1971. Qualche rara volta capita di assaggiare un vecchio metodo classico conservato dopo la sboccatura per decine di anni, restando sbalorditi; oppure godere della gentilezza di un produttore che realizza per te la sboccatura di un prodotto molto datato. Il caso che racconto riguarda invece un prodotto che 2021 persone possono acquistare, questo il numero di bottiglie andate in commercio nel mondo. Un fatto realmente straordinario, anche se non unico in Chamapagne. La curiosità di tutti focalizza evidentemente sul prezzo. È un argomento che ha fatto discutere enormemente la direzione commerciale della Piper-Heidsieck perché si tratta di un prodotto evidentemente esclusivo: alla fine ha vinto la flangia commerciale che voleva un prezzo importante ma non per pochissimi, in modo che non andasse soltanto nelle mani dei ricchi, talvolta meno attenti, ma anche di alcuni appassionati in grado di conservare la memoria dell’unicità dell’assaggio. Insomma, non è a buon mercato, ma il prezzo è limitato a “soli” seicento euro. Sicuramente tanti, ma per un’esperienza unica.
L’incontro con questa bottiglia, anzi con ben due bottiglie, è avvenuto presso il ristorante Aquolina di Roma, per un limitato numero di giornalisti molto curiosi. A fare gli onori di casa un team aziendale, i vertici della rete vendita e della comunicazione italiana, capitanati dal capo enologo della Piper-Heidseick, lo chef de cave Émilien Boutillat, giovanissimo, non ancora nato quando questo Champagne è stato concepito da  Claude Demière, assemblando dodici cru, di chardonnay e pinot nero, e riscontrando dei valori chimico-fisici fuori della norma. Si sono succeduti diversi chef de cave da Claude Demière a Émilien Boutillat, tutti colpiti allo stesso modo dall’unicità del prodotto tanto da condividere, a distanza di anni l’uno dall’altro, il merito di aver continuato a conservarlo sui lieviti. A Émilien l’onore e l’onere di lanciare una collezione di cuvée prestige a tiratura limitatissima, fuori dagli schemi, Hors-Série: il giovane e competente enologo ha scelto di partire con questa bottiglia che aspettava pazientemente il suo momento di gloria da cinquanta anni. Ecco la tempistica: a settembre 1971 la vendemmia, l’assemblaggio dei dodici cru a marzo 1972, l’imbottigliamento per il tiraggio dal 26 al 30 luglio del 1972, finalmente la sboccatura a febbraio del 2021 con un dosaggio di dieci grammi di zucchero per litro e un rabbocco effettuato con uno Chardonnay 2019 che non ha svolto la malolattica, come fu fatto per i vini base di questo 1971.

hors-serie piper

Non resta che descrivere l’emozione dell’assaggio, correttamente  svolto su due bottiglie. Cinquanta anni sono un periodo molto lungo e ogni bottiglia ha certamente avuto la sua evoluzione specifica. La nostra fortuna è stata di assaggiarne una più evoluta, la prima, e l’altra più vivace, entrambe molto interessanti. Noi abbiamo preferito lasciarci totalmente andare all’assaggio della prima, probabilmente meno precisa, ma veramente molto emozionate. In fondo è quello che si cerca quando si assaggia un vino realmente unico!

Prima bottiglia
Emozione ammaliante

Dorato carico, subito seducente nei sentori di gianduia e pasta di mandorle con toni di marmellata di arancia, insieme a pasticceria soffice di farina di mandorle, confettura di prugne, crema di nocciole e poi panettone, con sentori di te e carcadè, sfumature di carruba e toni delicati di funghi. Bocca freschissima, dopo un ingresso avvolgente, lungo e salato, con una persistenza agrumata che richiama il mandarino, è progressiva  nel ribadire la complessità del naso, che lentamente emerge per insistere a lungo sul palato, superando i toni agrumiti scoperti appena il vino entrava in bocca.

Seconda bottiglia
Precisione stupefacente

Meno goloso nelle note di cacao e fondente con le mandorle in pasticceria, percorse da toni minerali di scoglio bagnato e arenaria, in bel contrasto con timbri di gelatine di cotogna. Bocca caratterizzata da maggiore effervescenza, più fresca di arancia e salgemma, con la pasticceria sempre presente e finale salino appena asciugante. Una bottiglia che rivela maggiore freschezza e precisione, forse meno emozionante della prima, ma incredibilmente vitale.

Hors-Série Champagne Brut 1971, perla di Piper-Heidsieck

Dopo la degustazione delle due bottiglie ci siamo avvicinati alla tavola, dove alla cucina stellata di Daniele Lippi sono stati abbinati alcuni Champagne della maison: l’Essentiel Cuvée Reserve si  rivelata al contempo molto fresca e avvolgente, per un insieme di goloso, dinamico e di bella tensione. Poi il Rosé Sauvage, ricco di frutti neri, dotato di bocca potente, per finire con il Vintage 2012, polposo, minerale, scuro, pieno, generoso seducente. Una gamma veramente interessante, capace di abbinarsi a piatti profumati a base di pesce e verdure, ma anche a carne come l’agnello e a formaggi di media stagionatura. Resta scolpito in memoria il ricordo di Hors-Série 1971.