Lunae, il Numero Chiuso e la sua sfida nel tempo
Lunae. Due sillabe che invitano a guardare il cielo. E invece è un nome che evoca un territorio, un vitigno e soprattutto un’idea

Il territorio è quello dei Colli di Luni nel Levante ligure, il vitigno è il vermentino e l’idea è quella di Paolo Bosoni che sin dagli anni Sessanta, con concretezza e lungimiranza, ha sempre creduto nella eccellenza e unicità di questa terra e dei suoi frutti. Oggi il Vermentino dei Colli di Luni è il principe dei vini bianchi del Mediterraneo e a Lvnae si declina in una collezione di vini capaci di leggere le sfumature dei suoli e interpretare le potenzialità del tempo, soprattutto con Numero Chiuso.
Lo avevamo inserito nel nostro articolo uscito sul numero 180 di Cucina & Vini a proposito del Vermentino dei Colli di Luni, tra i vini di questa cantina. Ora vogliamo, in questo approfondimento, raccontare come è nato questo vino, simbolico, emozionante e rappresentativo della famiglia Bosoni, il suo viaggio nel tempo di cui è stato un protagonista assoluto e a cui abbiamo avuto la fortuna di partecipare.

Numero Chiuso è per il suo progetto un’altra dimensione di Vermentino. Frutto di esperienza, ricerca e immaginazione, punta a superare i consueti confini temporali del Vermentino e iniziare a dialogare con il tempo come nessuno nella zona aveva fatto prima. “Studiando e osservando la profondità e la complessità che il tempo apportava al nostro Vermentino nelle migliori annate abbiamo deciso di vinificare diversamente le bacche di due nostri appezzamenti storici”, racconta Diego Bosoni (nell’immagine di apertura). L’idea era di ottenere lo spessore di un vino da invecchiamento senza perdere le caratteristiche di eleganza e verticalità che distinguono le migliori espressioni di un vino bianco. “Quindi – conclude Diego Bosoni – dare voce al lato paziente del Vermentino e oggi sappiamo che ogni bottiglia ha davanti a sé una prospettiva di vita di ben oltre dieci anni”.

Di seguito il racconto della verticale, partendo dall’annata 2018, solo da breve tempo in commercio, dato che ogni annata esce dopo tre anni, passando calice dopo calice alla 2017, 2016, 2015, 2013, 2011, 2009 sino alla 2008, prima annata. Premettiamo una necessaria indicazione: essendo ottenuto dai migliori grappoli di due appezzamenti storici siti a Luni e Castelnuovo Magra, con viti di oltre trent’anni a circa duecentocinquanta metri di altitudine, sin dalla prima annata è stato prodotto solo nelle migliori vendemmie. A completamento dei millesimi sono stati inseriti Etichetta Nera 2010, vinificato in acciaio e non pensato per un assaggio dopo undici anni, e Cavagino, da una singola vigna e di cui il 40% della massa fermenta in barrique, invece del 2007. Il loro assaggio conferma che è proprio il Vermentino assolutamente idoneo all’invecchiamento.
Per la vinificazione di Numero Chiuso, dopo una macerazione a freddo sulle bucce per circa dodici ore, fermenta a temperatura controllata in acciaio, matura in una botte da venti ettolitri per circa diciotto mesi. Dopo l’imbottigliamento affina in bottiglia per altri diciotto mesi. Sin dalla prima e nelle migliori annate, vengono imbottigliate solo duemilaseicento bottiglie (pari al contenuto di una botte di venti ettolitri) e non una di più. Ognuna riporta in etichetta Numero Chiuso Colli di Luni Doc e il numero sequenziale.

La degustazione
2018
Dopo un giallo dorato scarico, brillante, ha un naso che spazia dal miele che si integra nella frutta gialla matura, per poi sfumare su note citrine e liberare floreali di ginestra. All’assaggio ha una bocca bella, già intensa, fresca e glicerica al tempo stesso, con un ritorno sapido e di frutta gialla per poi avere una lieve tensione citrina.
2017
Qui la tonalità si fa di un giallo dorato più deciso e comunque brillante. Il naso complesso spazia tra la frutta gialla matura, per poi sfumare a un accenno citrino, seguito da note di miele, erba tagliata e a chiudere fiori gialli. La bocca è intensa, glicerica, fresca, poi sapida, tesa, lunga con un retrolfatto di frutta gialla che sfuma su una nota di crema pasticcera, restando di fatto un vino goloso.
2016
Esordisce con un giallo dorato brillante e il naso apre su fiori gialli di ginestra con una nota di miele, seguita da un tocco iodato, poi frutta gialla matura e fragrante, mentre non si notano sottolineature citrine. L’attacco unisce sapidità a freschezza, armonia, poi ha una netta sensazione di crema pasticcera che si unisce agli altri ritorni per un insieme goloso che conquista.
2015
Nel calice è giallo dorato, brillante; apre sulla frutta gialla matura, seguita da note iodate, poi erba tagliata e a chiudere fiori gialli con un tocco di miele. All’ingresso in bocca sfodera un bel equilibrio tra freschezza e sapidità, per poi essere glicerico, davvero lunghissimo e a chiudere lascia una netta sensazione burrosa.
2013
A sorpresa il colore qui è giallo paglierino, con riflessi luminosi dorati. All’olfatto ha prima fiori di ginestra, poi frutta gialla matura, seguita da tante erbe mediterranee, con a chiudere nette note iodate. All’assaggio è completamene diverso dalla 2015 restando comunque fresco e sapido, più persistente dell’annata precedente con una percezione di tè nel finale.
2011
Nel calice è di un giallo dorato carico, brillante, poi il naso esordisce sulla frutta gialla matura in confettura, seguita da note di miele, castagna, erbe mediterranee, subentra una sensazione iodata e minerale, con a chiudere un soffio quasi affumicato. Il sorso è glicerico, gode del dialogo tra la freschezza e la sapidità; la persistenza è notevole sostenuta dalla nota glicerica con tocchi di miele.
2009
Una tonalità tra l’oro antico e l’ambra anticipa note terziarie di sherry, poi frutta gialla surmatura e sotto spirito, seguita da un tocco iodato che richiama la vicinanza al mare. La bocca, intensa e fresca, spazia tra una sensazione glicerica, un accenno sapido presente, una notevole persistenza con note di sherry e frutta gialla sotto spirito.
2008
Di colore oro antico, più luminoso e brillante del precedente, porge dapprima una nota terziaria di sherry, poi frutta gialla surmatura e sotto spirito, seguita da un tocco iodato più deciso che nella 2009. Proseguendo troviamo miele, note di erba falciata, con a chiudere toni di idrocarburi. Assaggio dai toni glicerici, poi freschezza, sapidità, grande lunghezza, con a chiudere note di burro in un insieme molto piacevole.