Skærsøgaard, la vitivinicoltura danese di qualità
La prima vendemmia di Skærsøgaard nel 2001; poi riconoscimenti internazionali fino a ottenere Dons, la Dop più nordica di Europa
Siamo ai limiti geografici della passione per la viticoltura e la produzione di vino. Proprio la passione qui ha giocato un ruolo determinante per arrivare ai risultati, peraltro in un periodo in cui l’emisfero boreale non aveva ancora sperimentato l’estate 2003, vero spartiacque climatico che identifica una viticoltura pre e post. La passione è quella incontenibile di Sven Moesgaard (nella foto di apertura), che ha fondato la prima azienda vitivinicola danese (ha la prima licenza assegnata) e ha puntato a una produzione in vigna e in cantina meticolosa, tanto da attirare l’attenzione del pubblici e degli addetti ai lavori e poi di riuscire a ottenere nel 2018 la denominazione di origine protetta per il territorio Dons, con le bollicine metodo classico.
Le condizioni climatiche avverse non hanno fermato la caparbietà di Moesgaard
Skærsøgaard, l’azienda vinicola di Moesgaard, si trova nella parte meridionale della penisola dello Jutland, ad Almind, stessa latitudine di Copenaghen. Quando Sven cominciò, in Danimarca le condizioni climatiche erano sicuramente più avverse di oggi: estati brevi, temperature fresche, tempi di maturazione dilatati e quindi pericoli sanitari maggiori per l’uva che, gioco forza, doveva essere più robusta rispetto alle malattie fungine perché in condizioni limite – anche abusando di pesticidi – le diverse cultivar della vitis vinifera non riescono a fare prodotto da portare in cantina. Al contrario, per progetto, i vitigni Piwi richiedono poco aiuto nei confronti della lotta alle crittogame perché figli di incroci tra diverse specie di vite realizzati con l’obiettivo di avere cultivar naturalmente resistenti e adatte a produzioni di qualità; sono ottenute con l’antico metodo dell’incrocio di piante, fino a selezionare quelle coerenti con gli obiettivi di ricerca.
Il riconoscimento europeo della Dop
A inizio anni Duemila il progetto di Sven poteva anche far sorridere gran parte degli addetti ai lavori, convinti dell’impossibilità di produrre vino “potabile” a quelle latitudini. Oggi non solo ci sono i risultati, ma l’incremento medio di temperatura in quelle aree favorisce una maturazione migliore. La tenacia e la caparbietà di Sven Moesgaard hanno portato a un risultato ancora più importante, l’ufficializzazione degli eccellenti risultati del suo lavoro ovvero il riconoscimento europeo della Dop. L’azienda è dotata di dieci ettari di vigneto che ospitano trentamila viti, tutte Piwi di diverse cultivar, sia a bacca nera che bianca. Il solaris, a bacca bianca, è la varietà più utilizzata anche perché è un vitigno ormai storico (nato nel 1975) e gode di tante esperienze nel nord Europa, ha una maturazione precoce ed è uno di quelli che hanno dato i risultati migliori.
Dons Cuvée Brut Dop 2019
12% vol
Uve: solaris, zalas perle, cabernet cortis, madelaine angevine
Invitante, vitale, salino
Giallo con riflessi dorati e bollicine sottili, al naso è fragrante di pane, anche tostato, percorso da aromi agrumati articolati e, da toni vegetali, mentre timbri di bacca di sambuco e uva spina si rivelano e diventano sempre più incisivi, andando in primo piano. Bocca fresca, sapida, di effervescenza cremosa e taglio leggero, dotata di bella dinamica e progressione salina. Al retrolfatto subito la bacca di sambuco e l’uvaspina, con ritorni di pompelmo e limone, mentre crescono sentori di pane e salgemma che diventano protagonisti senza nascondere il frutto.
Jyilland Igp 2021
Solaris Classic
11,5% vol
Profumato, agile, di grande beva
Giallo chiaro brillante, è intenso al naso nel porgere aromi di gelso, sambuco, mandarino che incontrano sentori di salvia, foglia di pomodoro e pesca bianca per un insieme nitido e croccante. Bocca leggera, molto fresca, sapida, di buon bilanciamento e invitante bevibilità. Agile e croccante, sollecita sentori agrumati articolati che dialogano con il sambuco in fiore e bacca, mentre si palesano e diventano protagonisti anche al retrolfatto le note vegetali di salvia e foglia di pomodoro, che poggiano su un finale nettamente salino.
Solaris Barrique 2020
12% vol
Goloso, leggero, vibrante
Di un bel giallo, è dolce al naso nel porgere toni di miele e caramella mou che incontrano tabacco da pipa e ananas sciroppato, con toni di borotalco, marzapane e crema di nocciole. Bocca agile, molto fresca e di piglio succoso, salina e caratterizzata da un finale appena astringente. Al retrolfatto si riconosce il lime, insieme a toni di caramella mou che subito diventano protagonisti.