Terre di Beba, il recupero della viticoltura antica ad Anghiari

Nel meraviglioso borgo dell’Alta Valle del Tevere, Terre di Beba estrae da vecchie vigne la loro forte identità. L’assaggio di Beba 99

Un posto bellissimo di una Toscana meno gettonata, lontano dai percorsi più battuti, in un’area in cui si sente l’influenza della vicinissima Umbria. Tutte le famiglie hanno il loro pezzo di terra da coltivare, più o meno grande, tante le vigne datate, di proprietà di persone anziane: piccoli tesori di viti che sono invecchiate bene, senza mai subire forzature e che ora rischiano di essere dimenticate. Paola De Blasi, agronoma fiorentina, con le radici affondate nella terra di Anghiari, spinta dalla nonna quasi centenaria, a fine anni Dieci, ha cominciato a interessarsi proprio della vigna di nonna Beba, al secolo Elena Testerini, classe 1920, e di viti più che ottantenni. Il vino e l’azienda non potevano non essere dedicati a Beba e la prima etichetta nasce con la vendemmia 2019, per uscire sul mercato, però, poco dopo la sua scomparsa, purtroppo.

Terre di Beba, il recupero della viticoltura antica ad Anghiari


Beba 99 il vino, dedicato ai novantanove anni di Elena, è frutto di una collaborazione tra amici in cui la trasformazione delle uve è stata opera dell’enologo trentino Andrea Moser, nella cantina di De Vescovi Ulzbach a Mezzacorona, in provincia di Trento. Quella del 2019 è stata un’annata cominciata tardi, ma con un buon bagaglio di acqua. Proseguita molto bene grazie al bel tempo e al caldo giornaliero. La caratteristica della zona di Anghiari è la capacità di scendere in temperatura nelle notti estive, cosa che favorisce la conservazione dei profumi, effetto palese quando si assaggia il vino che, evidentemente, è stato molto ben eseguito in cantina.
Terre di Beba non è solo una realtà da seguire perché ci saranno altre annate e altri vini, anche in bianco, ma è un modello di lavoro che si può applicare in tutti i luoghi che hanno messo un po’ da parte la loro vocazione vitivinicola. Salvando viti antiche dall’abbandono e realizzando piccole produzioni di gran valore come ad Anghiari fa Paola De Blasi, si può diventare modello per le nuove generazioni stimolandole a dedicarsi alla vitivinicoltura, portando nuova linfa a borghi meravigliosi e salvandoli dallo spopolamento. Complimenti!

Terre di Beba, il recupero della viticoltura antica ad Anghiari

Beba 99
13% vol
Annata:2019
Uve: sangiovese, canaiolo nero, colorino, aleatico, ciliegiolo
Uve vendemmiate in cassetta e poi trasferite in Trentino con mezzo refrigerato. È seguita la selezione degli acini sul tavolo di cernita e la fermentazione in tino troncoconico di rovere da 25 ettolitri, con macerazione di dieci giorni a 25 °C. Dopo la malolattica il vino ha affinato sulle fecce fini in barrique per sedici mesi per poi essere imbottigliato e riportato ad Anghiari.
Subito coinvolgente e di bella eleganza, dissimula semplicità porgendo agilmente un naso di bella profondità. Bocca di gran carattere, manifesta belle doti evolutive. Rubino intenso di bella luce e trasparenza, è deciso e invitante nel fondere il frutto di marasca, susina nera e chinotto con tratti balsamici che richiamano eucalipto e macchia mediterranea, dolcezze profonde di tabacco da pipa e nuance vagamente fungine, mentre respiri di pepe nero percorrono l’insieme. Ecco toni di visciole in confettura con tratti delicati di rosa rossa e viola, in bel contrasto con tocchi di liquirizia. Bocca di personalità decisa, gioca tra la succosità acida invitante e un tannino netto e fine che in progressione mostra la sua vivacità. Il sorso è dinamico, di tessitura continua in grado di riproporre il naso in una veste di tratti più scuri dove in persistenza grafite e liquirizia sono protagoniste.