Arcioni presenta Jacquart al Mirabelle
La maison di Champagne di Reims protagonista di una serata di festa al Mirabelle Restaurant dell'hotel Splendide Royal a Roma

Nel 2022 la famiglia Arcioni ha compiuto novanta anni di attività, portati avanti nella struttura commerciale di piazza Crati in Roma, nata come negozio di dolciumi e torrefazione nel 1932. Sono al comando ormai da decenni Claudio e Massimo Arcioni che nel 1967 segnarono la svolta della struttura allargandola, tra i primi nella Capitale, al mondo del vino imbottigliato. Da quell’anno i due fratelli hanno svolto una grande attività di ricerca di nuove produzioni di qualità, seguite dal lancio e dallo sviluppo commerciale. Tanti famosissimi brand del vino italiano devono ai fratelli Arcioni una parte importante del proprio successo. Il 5 dicembre scorso, a conclusione di un anno importante, gli Arcioni hanno dedicato una serata speciale a una realtà produttiva della Champagne, molto particolare, rappresentata per l’occasione dal suo direttore dell’export Patrick Spanti.

Jacquart è una cantina cooperativa dotata di 350 ettari di vigneto, che già nel marchio ha un profondo legamene con il tessuto sociale del territorio. Infatti il nome richiama il particolare tessuto in cui i disegni si ottengono grazie a fili di diversi colori, utilizzando un particolare telaio, attività molto rigogliosa nella città di Reims a partire dall’Ottocento.

Quattro gli Champagne degustati, tutti accomunati, come Spanti ha spiegato, dalla filosofia aziendale di voler mettere in evidenza il frutto e il territorio, attraverso una vinificazione moderna e non invasiva che prevede l’utilizzo di acciaio temo-condizionato, di fermentazione malolattica e del tempo, ovvero la lunga maturazione di ogni Champagne sulle lieviti della seconda fermentazione in bottiglie. Siamo partiti dal Mosaique Brut, lo Champagne emblematico dell’azienda, figlio appunto di un mosaico di vigneti, la cui vinificazione avviene in modo parcellizzato e i cui vini sono sapientemente assemblati dal team di enologi aziendali capitananti dalla chef de cave Floriane Eznack e dalla enologa Joëlle Weiss: chardonnay 40%, pinot nero 35 %, pinot meunier 25%, di cui dal 25 al 35% di vini di riserva di altre annate. Uno Champagne che fa almeno tre anni di affinamento sui lieviti in bottiglia prima della sboccatura, dosato con 9-10 grammi di zucchero, che gioca tutto sulla freschezza raffinata, anticipata da un naso fragrante e invitante di frutta fresca e secca, con timbri minerali di gesso e salgemma. Il secondo Champagne proposto è stato il Blanc de Blancs Brut 2014, prodotto da uve chardonnay in purezza solo in annate eccezionali, figlio di vigneti piemier cru e grand cru e di una maturazione sui lieviti superiore a cinque anni, dosato on soli 7 grammi di zucchero. In questo caso il naso è più stratificato e aggiunge toni profondi di pasticceria e di minerali di pietra pomice al frutto e ai fiori, seguiti da una bocca di bello spessore e avvenenza per una beva invitante, avvolgente e persistente. Finalmente poi la cuvée de prestige della maison, Cuvée Alpha Brut 2012, prodotta solo in annate straordinarie, figlia di chardonnay al 60% e pinot nero al 40%, provenienti da vigneti premier cru e grand cru, e di una maturazione sui lieviti superiore a sette anni. Dosato con soli 5 grammi di zucchero, fonde la grande complessità con una profilo seducente in cui alle note fresche di frutto agrumato, ben presenti, si aggiunge il frutto candito, un tocco di ribes nero fresco, la frutta secca e una particolare nota di miele di castagno che avvince e adorna delicate persistenti tocchi tostati e fragranze di pasticceria – una golosa e lunghissima percezione di panettone -; grande vino che è stato sapientemente abbinato a un vitello bardato, succulento e goloso che il vino ha sposato perfettamente, grazie a una persistenza lunga e articolata che seduce il palato. Da non perdere. La conclusione è stata affidata al Mosaique Rosé, figlio di un assemblaggio di pinot nero al 44%, di cui il 16 % vinificato in rosso, di chardonnay al 33%, e pinot meunier al 23%, dosato a meno di dieci grammi di zucchero per litro, caratterizzato da freschezza e da una particolare fruttuosità che mette in evidenza la fragola, il lampone, il ribes e la pesca.

Per chiudere la serata gli Arcioni non potevano non formulare a tutti i presenti i loro auguri, grazie alla proposta di un panettone artigianale da cinque chili prodotto dalla nota azienda Flamigni, intervenuta con il maestro tagliatore per un assaggio veramente ghiotto a conclusione di una serata suggestiva.