Oltrepò Pavese e Pinot Nero: un sodalizio rafforzato

Consorzio e produttori sbarcano a Roma per raccontare le espressioni del vitigno e il suo legame con il territorio, con un occhio al futuro

Lo scorso 31 maggio a Roma, immersi nel fascino del Beef Bazaar, ormai nota location di Viale Germanico, è andata in scena la seconda puntata di Talk ‘n’ Toast – Conversazioni sul Pinot Nero, dopo la prima tenutasi in terra milanese. Il ciclo di eventi è stato avviato nel 2021 con la manifestazione “Oltrepò – Terra di Pinot Nero, un territorio, un vitigno, due eccellenze”, dove la semantica è inequivocabile nel rivelarne scopo e protagonisti. La risposta positiva a questa “chiamata alla coscienza” verso l’Oltrepò Pavese e il relativo legame con il Pinot Nero, è stata la spinta per riproporre il format lontano da casa, sbarcando nella Capitale con un’avanguardia di testimonial rafforzata di oltre il 40%: a Roma ben ventinove produttori arruolati rispetto ai venti della data di Milano.
Guidato dal wine expert, Filippo Bartolotta, e dalla sommelier e narratrice digitale, Adua Villa (alias @globetrottergourmet), Talk ‘n’ Toast si è rivelato un importante momento di focalizzazione su un territorio che, tendenzialmente, fatica a raggiungere l’apice dell’attenzione degli enoappassionati. E ciò avviene nonostante numeri difficili da ignorare: non solo per i circa tredicimila ettari che strutturano il vigneto dell’Oltrepò Pavese, ma anche per la superficie che i viticoltori locali riservano all’uva pinot nero, pari a circa tremila, configurando “il più esteso vigneto di pinot nero in Italia”, come ha ricordato Bartolotta. Un territorio, dunque, dai numeri interessanti e che, come dicevamo, dallo scorso anno conta su una propria narrazione grazie a “un gruppo di produttori che hanno deciso di unire le forze per raccontare il loro lavoro, il loro territorio e i loro vini: Pinot Nero Metodo Classico e Pinot Nero in rosso” ha proseguito Bartolotta. Passi importanti, dunque, verso un rafforzamento della reputation e della brand identity dell’Oltrepò Pavese, tema su cui si è soffermata Adua Villa, illustrando quanto, allo stato attuale, nonostante le ricerche della keyword “Pinot Nero” siano frequenti nelle piattaforme digitali, questa continui a faticare a essere associata al territorio dell’Oltrepò. “I consumatori che amano questo vitigno, nelle sue espressioni più importanti, sono molti – ha sottolineato Villa -, ma sembrano più restii a scegliere il Pinot Nero dell’Oltrepò. Tuttavia, in questi ultimi anni, le aziende hanno cominciato a lavorare non solo sulla qualità dei vini, ma anche sulla comunicazione. Il confronto di oggi dimostra quanto impegno ci sia da parte anche del Consorzio nel riunire tutte le anime produttive dell’Oltrepò per marciare insieme lungo questo percorso di promozione del territorio e del suo vitigno principe”.

oltrepò pavese roma

Un vitigno che, come dicevamo, in questa zona riesce a esprimere le sue due anime: quella pregiata della vinificazione in rosso e quella della raffinata bollicina metodo classico, che nel 2022 taglia il terzo lustro dall’avvio della nascita della propria Docg. Alla base di questa varietà e ricchezza espressiva, tra i vari fattori determinanti, vi è l’intraprendenza dei produttori che, con l’aiuto del Consorzio, guardano con decisione al futuro, investendo in sostenibilità, ricerca e sperimentazione. Quest’ultimo, forse, è uno dei concetti più interessanti emersi durante il talk, laddove la sperimentazione trova terreno fertile nella calibratura di nuove tipologie di prodotto: alcune aziende, infatti, stanno introducendo referenze di Pinot Nero dal carattere più giovane e fresco, con l’obiettivo di intercettare il segmento di consumatori avvezzo a prodotti più immediati e intuitivi, mantenendo, comunque, alta l’asticella della qualità. E la sperimentazione è anche alla base di una strategia reattiva al cambiamento climatico che, oltre a cogliere gli assist offerti dal territorio, come l’utilizzo di areali collinari posti a nord ancora vergini perché tendenzialmente più freschi e, storicamente, meno utilizzati, tende a ottimizzare il lavoro in vigna e le pratiche di cantina: da un lato, il carattere tendenzialmente ventilato del territorio permette una gestione del verde più “permissiva”, utile nel proteggere le uve dal calore; dall’altro è sempre più frequente il coinvolgimento del raspo nella vinificazione in rosso, vista la sua capacità di assorbire una piccola quantità dell’alcool sviluppato, associata al simultaneo apporto di note verdi, fresche, che insieme aiutano a mitigare “l’effetto maturità” che l’innalzamento delle temperature sta generando.
La soddisfazione è tangibile nelle parole di Carlo Veronese, direttore del Consorzio, che ha sottolineato l’importanza di promuovere il territorio dell’Oltrepò Pavese attraverso un progetto condiviso, “perché solo se andiamo tutti nella stessa direzione si possono raggiungere traguardi ambiziosi. Il fatto che sempre più aziende stiano sposando questo progetto dimostra che la strada intrapresa è quella giusta”.
Ma, forse, il più grande merito di appuntamenti come Talk ‘n’ Toast è un altro, ovvero quello di valorizzare, attraverso la narrazione, realtà come l’Oltrepò Pavese che possono e hanno il dovere di porsi come paradigmi di qualità a un alto value for money. Se è vero che l’Italia del vino deve moltissimo alle denominazioni e alle etichette più blasonate, indispensabili per l’affermazione del vino tricolore nel mondo e per trainare l’export di tutte le nostre referenze, è altrettanto vero che player come l’Oltrepò giocano un ruolo fondamentale nell’evitare l’allontanamento dei consumatori dal vino di qualità, quasi scontato se a dominare è l’idea che la qualità stessa sia appannaggio esclusivo di etichette dai prezzi, obiettivamente, non alla portata di tutti. Territori come questo hanno la missione fondamentale di democratizzare la qualità, facendone conoscere e apprezzare le numerose sfumature.

oltrepò beef bazar


Al “talk” è seguito il “toast”, con la degustazione delle etichette dei ventinove ambasciatori dell’Oltrepò Pavese presenti (ripresi tutti insieme nella foto di apertura): Ballabio, Bertè & Cordini, Bosco Longhino, Alessio Brandolini, Cà del Gè, Ca’ Di Frara, Calatroni Vini, Cantine Cavallotti, Castello di Cigognola, Conte Vistarino, Cordero San Giorgio, Giulio Fiamberti, Finigeto, Frecciarossa, Giorgi, La Piotta, La Travaglina, Lefiole, Manuelina, Monsupello, Montelio, Oltrenero, Quaquarini Francesco, Rossetti & Scrivani, Tenuta Mazzolino, Tenuta Travaglino, Pietro Torti, Torti l’Eleganza del Vino, Bruno Verdi.
Appuntamento al 26 settembre 2022, con il prossimo evento che si terrà presso la Tenuta Pegazzera di Casteggio (Pv), per continuare a parlare Pinot Nero e, ovviamente, di Oltrepò Pavese.

Le foto dell’articolo sono di Matteo Lippera