Tendenze e prospettive per i vini italiani in Germania

Cresce il valore ma calano i volumi
Di recente sono stati presentati a Roma i risultati di uno studio commissionato all’Osservatorio Wine Monitor di Nomisma, da parte dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi, un’associazione composta da diciannove grandi firme enologiche del nostro Paese, nata con l’intento di promuovere la cultura del nostro vino sui mercati internazionali. Lo studio ha riguardato il mercato tedesco e ha coinvolto duecento ristoranti e mille soggetti che consumano abitualmente vino fuori dalle mura domestiche. L’ampia panoramica fatta dal responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, ha messo in evidenza la predilezione del consumatore per i vini del proprio territorio e solo successivamente, in ordine, quelli francesi e italiani. Lento ma costante anche il calo dei consumi, dovuto, secondo lo studio, all’invecchiamento della popolazione, mentre le nuove generazioni preferiscono la birra. L’esposizione di Denis Pantini ha messo anche in evidenza l’errata percezione di scarsa qualità che il consumatore tedesco ha dei nostri vini. “Da tempo avvertiamo questo gap – ha dichiarato Piero Mastroberardino, presidente dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi – e l’indagine ci conferma che occorre lavorare sempre più sulla promozione, con azioni mirate sulla ristorazione, che di fatto rappresenta il principale canale di vendita dei fine wines in Germania”. Il dato positivo emerso da questo studio è che seppur i volumi diminuiscano, aumentano i valori.
Fabio De Raffaele