Roma Doc a Vinitaly 2022
Riconosciuta nel 2011, la denominazione Roma Doc si dota del Consorzio di tutela nel 2018 ed è ormai pronta per conquistare il mondo

Quando fu riconosciuta la denominazione di origine controllata è stato facile pensare che si volesse solo sfruttare un marchio di valore mondiale. Nella realtà dei fatti i produttori di vino del territorio si sono lanciati nell’utilizzo della denominazione con molto impegno e con grande pacatezza, manifestando molto rispetto per il nome. La nascita del Consorzio è stato un segnale forte da parte di una denominazione che vuole fare sul serio: poi la pandemia ha rallentato lo sviluppo degli eventi e, continuando con l’atteggiamento misurato iniziale, siamo arrivati a Vinitaly 2022, quando il Consorzio ha finalmente potuto presentare all’Italia intera una denominazione che riuscirà a fare certamente moltissimo per il Lazio e per il Paese stesso. Abbiamo incontrato quattro aziende e i loro Roma Doc che giova ricordare rispondono a un disciplinare che prevede le seguenti tipologie e uve:
Bianco e Romanella spumante – malvasia del Lazio almeno 50%, bellone, bombino, greco bianco, trebbiano giallo e trebbiano verde almeno il 35% (da soli o congiuntamente), altri vitigni autorizzati nel Lazio massimo 15%;
Malvasia Puntinata o Bellone – quando ciascuno dei vitigni è utilizzato al meno all’85%, altri vitigni autorizzati nel Lazio massimo 15%;
Rosso e Rosato – montepulciano almeno 50%, cesanese comune, cesanese di Affile, sangiovese, cabernet sauvignon, cabernet franc e syrah almeno il 35% (da soli o congiuntamente), altri vitigni autorizzati nel Lazio massimo 15%.
Merumalia
È l’azienda della famiglia Fusco, fondata dal compianto Luigi, uomo di altissimo profilo, e dalla moglie Maria Teresa sulla collina creata dalla sponda basaltica dell’ex lago Regillo, nel comune di Frascati. Oggi la conduzione è totalmente al femminile con le figlie Giulia e Flavia insieme a mamma Maria Teresa, e con il sostegno tecnico dell’enologo Lorenzo Costantini, presente dall’inizio. L’azienda, costruita sul sito attuale nel 2013, comprende la cantina e una struttura di accoglienza, il Merumalia Wine Resort che gode di un panorama ampissimo su Roma e il circondario, fino al mare. Il Frascati, nelle sue declinazioni, ha fatto conoscere questa particolare realtà per delle interpretazioni della storica denominazione dotate di grande carattere e identità. Alla Doc Roma è dedicato un vino rosso, ma presto ci sarà una sorpresa. Incontriamo l’energica e appassionata Flavia Fusco che ci dà subito i numeri dell’azienda, dotata di poco più di dieci ettari a vigneto per un totale di sole ventottomila bottiglie, dato che ci crea subito stupore. “Siamo su un terreno vulcanico che, a solo un metro di profondità, poggia su uno spesso strato di roccia basaltica, figlio delle antiche eruzioni; la piovosità è scarsa e le piante si autolimitano nella produzione di uva”. Vetus è il nome del Roma Rosso Doc e l’etichetta, semplice e molto raffinata, dice molto sull’atteggiamento aziendale: è rappresentato un fiore di cicoria in un’illustrazione realizzata partendo da una foto scattata nella campagna aziendale. Merumalia e i suoi prodotti sono certificati bio e viene adottata una particolare attenzione all’impatto ambientale anche attraverso produzione di energia e calore tramite pannelli fotovoltaici e termici e una caldaia a biomassa. Il Vetus nasce nel 2013 da due terzi di montepulciano vinificato in acciaio e un terzo di syrah maturato in rovere nuovo. Con il 2016 l’etichetta abbraccia la denominazione Roma e dalla vendemmia 2019 è stata prodotta anche la versione Riserva che uscirà a settembre in soli trecento esemplari mentre della 2020 ne sono previsti milleduecento. Il Vetus 2020 Roma Doc è stato prodotto in duemilacinquecento bottiglie.

Vetus Roms Rosso Doc 2020
14% vol – € 15,00
Di colore rubino violaceo netto, al naso è fresco e invitante nel frutto di mora, mirto, amarena, mirtillo e spremuta di arancia rossa, sfumati da note fiorite di rosa e peonia, con cenni verdi di rovo, tutti percorsi da respiri minerali di grafite e scisto. La bocca è vitale, succosa, dinamica, nettamente sapida, dal tannino finissimo, integrata, tanto da nascondere la dote alcolica. Il palato è ricco di frutto, con i minerali e la liquirizia che si aggiungono mentre in lunghezza si manifesta nitida la percezione di salgemma.
Casata Mergè
L’azienda si trova nel comune di Roma, al confine con Monte Porzio, in quella che il disciplinare della Doc Roma definisce zona “Classica”. Nasce nel 1960 per opera della famiglia Mergè che continua a gestirla, con la quarta generazione impegnata in azienda. Incontriamo Massimiliano Mergè, direttore, con Maurillio Chioccia, valente enologo consulente di Casata Mergè. Cominciamo a parlare stappando il primo vino il Roma Classico Bianco, malvasia puntinata in prevalenza, con un 10-15% di bombino. “Siamo su terreni di origine vulcanica – spiega Maurillio Chioccia – e puntiamo su una gestione millimetrica dei vigneti per portare uve eccellenti in cantina, focalizzando sulle varietà tradizionali”. “Abbiamo proposto questo vino per la prima volta – racconta Massimiliano Mergè – con la vendemmia 2017, dedicando un vigneto con esposizione sud, su terreno ciottoloso, per una produzione annua di circa diecimila bottiglie”. Nonostante l’imbottigliamento di pochi giorni il calice, senza avvicinare il naso, emana un leggiadro profumo floreale. “Effettuiamo due-tre raccolte durante la vendemmia – riprende Maurillio -; circa il 15% viene raccolto in anticipo e va subito in vinificazione mentre le uve raccolte a piena maturazione fanno una breve macerazione in pressa con atmosfera satura di CO2”. Segue poi la vinificazione in bianco e l’assemblaggio delle masse prima dell’imbottigliamento.
Passiamo al Roma Classico Rosso, frutto di un blend di montepulciano al 50%, con sangiovese e cabernet sauvignon per l’altra metà. “Facciamo molta attenzione ai tannini, a non estrarre quelli dei vinaccioli, utilizzando un particolare svinatore che già al secondo giorno di fermentazione riesce a separarli dalla massa”, spiega Chioccia. Anche per questa etichetta la produzione è limitata a circa diecimila bottiglie e si sta lavorando anche in vigna con progetti a scadenza più lunga: “Stiamo impiantando dei nuovi cloni di montepulciano, più adatti al tipo di vino che abbiamo in mente, compatibilmente con il nostro territorio; crediamo nella denominazione e quindi in vini con un’identità forte che solo il tempo riesce a consegnare”, conclude Massimiliano Mergè.

Roma Classico Bianco Doc 2021
13% vol – € 16,00
Di colore giallo chiaro, al naso è intenso di profumi floreali che vanno dai fiori di acacia bianchi e gialli, alla camomilla, al tarassaco, al sambuco, sfumati da toni di lemongrass. Ecco il frutto fresco e vitale di arancia appena spremuta, pesca, albicocca, mela, gelso e Limone d’Amalfi. In bocca è avvolgente e salino, già ben integrato, dotato di una freschezza succosa che dà dinamica e bevibilità, riportando sul palato il frutto esplosivo e il fiore seducente.

Roma Classico Rosso Doc 2019
14% vol – € 16,00
Di colore rubino intenso, accoglie dolce di amarena, anche in sciroppo, prugna fresca e disidratata, mirto maturo e in sciroppo, sfumati da nuance selvatiche ed ematiche, mentre l’amarena diventa sotto spirito, si aggiunge il cioccolato con la speziatura di noce moscata, vaniglia e cannella. La bocca è golosa, bilanciata, di bella verve, dotata di tannino fine e setoso, caratterizzata dal frutto fresco e confetturato, fuso con le spezie dolci.
Capizucchi
Siamo nel comune di Roma, area sud, a un passo dal santuario del Divino Amore, su terreni vulcanici piuttosto pianeggianti che risentono della presenza del mare Tirreno, posto a circa venti chilometri senza barriere fisiche. L’azienda è giovane, avendo piantato tutti i vigneti, circa venticinque ettari, tra il 2014 e il 2017. Il luogo aveva affascinato i proprietari che davanti alla loro abitazione avevano, quasi per gioco, piantato a regola d’arte un ettaro di vigneto per produrre vino per autoconsumo, non sapendo però che quando si entra nel “tunnel” del vino non se ne esce… E così si passa dal puro piacere alla fondazione di un’azienda vitivinicola dandole un nome particolare che è abbastanza noto agli abitanti di Roma, specialmente quelli del centro città. Infatti Capizucchi era una antica famiglia patrizia romana, risalente al Medioevo, che fino al Settecento, tra le tante proprietà, aveva la tenuta che ora ne prende il nome. Per oltre due secoli la tenuta ha avuto altri proprietari che la hanno venduta agli attuali. Incontriamo Dario Diana uno dei giovanissimi conduttori, co-fondatore dell’azienda, che si sono gettati anima e corpo in questa impresa, spinti dalla passione e da un certa sana incoscienza giovanile. “Il progetto prevede, nell’arco di qualche anno, quando tutti i vigneti saranno in produzione, di arrivare a produrre quasi trecentomila bottiglie, a un passo dalla Città Eterna; un obiettivo ambizioso su cui lavoriamo con grande energia”. Assaggiamo due vini, il Roma Romanella spumante a base di malvasia puntinata con un saldo di trebbiano verde, prodotto in ottomila bottiglie, e il Roma Rosso Doc 2016 – montepulciano 51%, cabernet sauvignon 49%, – figlio di quel primo vigneto e della sua prima annata di produzione, posto su terreni sciolti di pozzolane bianche e rosse, su suolo di tufo.

Ab Urbe Condita 753 AC
Roma Romanella Doc Brut
12,5 % vol – € 6,99
Di colore giallo chiaro percorso da bollicine piuttosto sottili, al naso è subito dolce e intenso nel porgere sentori golosi di pan di Spagna alla crema che si fondono con profumi di camomilla, fiore di sambuco, espresso nitidamente anche in caramelle, con sentori di gelatine di limone e cedro. La bocca è salina, fresca, leggera, tutta votata alla bevibilità, caratterizzata da profumi di camomilla e di gelatine di limone in primo piano.

Mater Divini Amoris
Roma Classico Rosso Doc 2016
13,5 % vol – € 11,50
Di colore rosso rubino intenso con nuance granate, è dolce e invitante di prugna, chinotto e amarena disidratati, percorsi da note di cannella e chiodi di garofano, sfumati da respiri goudron, con ceni di mirto anche sotto spirito, note di rovo e toni di nocciola secca e in croccante. La bocca è ben integrata, vitale e dal tannino soffice, caratterizzata da un frutto più vivace, percorso da note balsamiche, da sentori di radice di liquirizia.
Fontana di Papa by Vinco
Il marchio fa parte della storia dei Castelli Romani; la cantina sociale Fonata di Papa nasce nel 1959 e dopo aver raggiunto livelli produttivi veramente importanti, con una produzione arrivata a quindici milioni di bottiglie, purtroppo fallisce nel 2019 avviluppata dal vortice dei prezzi al ribasso che caratterizza il mercato della gdo. Un gruppo di imprenditori insieme a uomini chiave della Cantina stessa riescono, dopo il fallimento, ha riprendere in gestione il marchio e la struttura tramite un’associazione temporanea di impresa con capofila la Vinco Srl, uno dei più grandi conferitori di uve di Fontana di Papa. Incontriamo Filippo Scottoni che ha speso venti anni in Fontana di Papa ricoprendo la responsabilità commerciale del mercato estero mentre oggi è direttore generale della nuova struttura. “Oggi siamo concentrati sui mercati redditizi, quelli esteri in particolare, proprio quelli che ho seguito per anni, con il Canada che attualmente assorbe ben due milioni di bottiglie sui quattro milioni e mezzo che produciamo”.
In questo modo la struttura della cantina non si è mai fermata e il marchio ha vissuto un rinnovamento, riuscendo a dare continuità ai più importanti canali di sbocco. Abbiamo assaggiato i due Roma Doc: il bianco, prodotto in cinquantamila bottiglie da malvasia puntinata in prevalenza, con grechetto e trebbiano giallo, vinificato totalmente in acciaio termocontrollato; il rosso, sessantamila bottiglie da montepulciano al 65% e cesanese, è figlio di un vigneto di venti anni, progettato per un vino importante, fermenta in acciaio, svolge la malo lattica in cemento, dove una parte resta in affinamento mentre l’altra matura in barrique e botte grande (il cesanese solo in botte grande); per entrambi abbiamo riscontrato un packaging essenziale, molto moderno e invitante, e dei vini di grande nitore e piacevolezza, felici interpreti ci una denominazione che la nuova Fontana di Papa porta nel mondo al giusto prezzo e con molto orgoglio.

Roma Bianco Doc 2020
13% vol – € 11,00
Giallo chiaro luminoso, è fresco e invitante nel porgere profumi fioriti di acacia, rosa e sambuco che incontrano pesca, mela, pera, cedro, con toni di confetti, tutti sfumati da respiri di gesso e salgemma mentre si avvertono note vegetali di foglia di pomodoro. Bocca avvolgente, succosa e sapida e dalla progressione salina, riporta sul palato il frutto polposo dolce e agrumato che vince in progressione accompagnato da timbri di salgemma.

Roma Rosso Doc 2019
14% vol – € 15,00
Di colore rubino violaceo carico, è intenso di frutto deciso di mirtillo, ciliegia, mora, granatina, arancia rossa, percorsi da timbri di liquirizia e grafite, con floreali di peonia e toni di vaniglia. In bocca è morbido, scattante, dal tannino sottile, ricco di frutto con nette percezioni di vaniglia e rovere. Il finale è goloso nel portare in primo piano sentori di pasticceria alla nocciola e all’amarena. Giovanissimo.