Carbonara Day! 10 posti dove mangiarla a Roma
Probabilmte è il piatto romano più amanto dai romani, ma anche dai tantissimi turisti che animano la città. Che mondo sarebbe senza carbonara?

Puntuale è arrivato il giorno che celebra uno dei piatti più amati della cucina romana. Parliamo ovviamente di lei Sua Maestà la Carbonara le cui origini sono ancora molto discusse, giusto oggi Luca Cesari e Jacopo Fontaneto su Repubblica, raccontano degli strascinati di Cascia. Una sottilissima pasta all’uovo tipica di questo piccolo borgo umbro che la guida del Touring nel 1931 segnala come leccornia del luogo e li descrive così “si fanno lessare e poi cuocere ancora con uova frullate, formaggio, soffritto di salsiccia, grasso e magro di maiale e pepe”. Indiscutibilmente c’è un’assonanza col piatto a cui siamo oggi abituati che fa retrocedere di almeno 15 anni la paternità a stelle e strisce.
Prima di passare alla segnalazione dei 10 posti in cui mangiare ottime carbonare a Roma, è d’obbligo una nota dolceamara che arriva da Coldiretti e dal Consorzio del Pecorino Romano. Il primo ente ci notifica che il costo della pasta è aumentato del 13 %; sul fronte Pecorino Romano – ricordiamo che per preparare una buona carbonara ne occorrono circa 100 grammi per 4 persone – i rincari sono da capogiro infatti il costo al chilo del Pecorino Romano a Gennaio 2023 ha segnato un aumento del 28.9 % passando da 10,80 euro al chilo di aprile 2022 ai 13,70 euro attuali.
Hosteria del Grappolo d’Oro – Piazza della Cancelleria, 80

Antonello Magliari è forse tra gli osti romani più autentici e veraci. Per nulla social, si divide lavorando senza sosta tra i due suoi locali del centro di Roma. Uno di questi è Hosteria del Grappolo d’Oro, isola felice del centro capitolino quasi completamente cannibalizzato da ristoranti mangiatoie acchiappa turisti. Ma grazie al cielo, in quella bolgia dantesca di “meat ball spaghetti” c’è Il Grappolo dove la carbonara è sempre in carta e viene realizzata senza fare sconti alla tradizione e neppure alla qualità che, in soldoni, si traduce con spaghetto Cavalier Cocco, guanciale di Re Norcino, pecorino romano Dop Deroma. Andate per la carbonara ma anche per tutto il resto, carni e dolci in primis! E se la carbonara la volete fare in casa sequendo la ricetta di Antonello Magliari fate clic qui.
Armando al Pantheon – Salita De’ Crescenzi, 31

Continuiamo a restare in centro per entrare nella “bottega” di una delle famiglie romane che da generazioni sono legate indissolubilmente con questa città e la sua grande tradizione gastronomica. Parliamo dei Gargioli che dal 1961, grazie ad Armando, sono una delle certezze in fatto di qualità nel cuore di questa tentacolare città. Oggi il ristorante che porta il nome del capostipite è diretto dalla seconda e terza generazione dei Gargioli che in fatto di tradizione sanno il fatto loro e quindi pure di carbonara che è certamente una delle più buone della città. Ma scegliete questo ristorante anche per un altro grande primo romano, la gricia! Non tentate mai la fortuna recandovi senza prenotare, difficilmente sarà dalla vostra parte!
Eggs – Via Natale del Grande, 52 Trastevere

Un nome, una certezza! Si chiama Eggs questo ristorante di Trastevere proprio per evitare i fraintendimenti, quindi se amate le uova e tutte le loro declinazioni entrate senza timori e preparatevi ad assaggiare una buona carbonara, servita in cocottine di vetro che hanno una doppia utilità: la trasparenza permette di ammirarne i colori, la forma della cocotte – tondeggiante – fa un po’ effetto “specchio dimagrante”. Detta in parole povere, sembra piccola ma in verità contiene una generosa quantità di carbonara che qui viene fatta con le mezzemaniche. Una sezione del menu è dedicata interamente a questo piatto ed alle sue varianti, se vi va di sperimentare c’è anche la Carbonara 1954 che è la prima ricetta ufficiale pubblicata in quell’anno dalla Cucina Italiana che prevede anche aglio in camicia e gruviera al posto del pecorino.
Flavio al Velavevodetto a Testaccio – Via di Monte Testaccio, 97

Testaccio è uno di quei quartieri romani in cui la veracità di questa città e di chi la abita sembra si sia preservata, nonostante il passare degli anni, nonostante i cambiamenti fisiologici di questa città. Nonostante tutto. E in questo quartier generale di “orgoglio capitolino” trova insostituibile collocazione il locale di un Oste con la o maiuscula: parliamo di Flavio De Maio e del suo Flavio al Velavevodetto. Ampio, accogliente, a tratti rumoroso un passaggio al ristorante di Flavio è necessario se si è a Roma per vacanza o, meglio ancora, se ci si definisce veri conoscitori della cucina romana. Qui la carbonara è sempre in carta e viene fatta con i rigatoni, in ogni caso vi consigliamo di leggere per bene il menu perchè Flavio di Maio, oltre ad essere un grande esecutore della romanità, ha un “fiuto eccezionale” per molte altre cose soprattutto quelle buone: per esempio fa un grande tonno sott’olio, e quando è tempo di carciofi prendeteli in qualunque modo siano presenti… Il ristorante è molto grande ma la prenotazione è sempre consigliata.
Checchino dal 1887 – Via di Monte Testaccio, 30 Testaccio

Abbastanza impossibile parlare di un qualunque piatto della cucina romana con annessi consigli su dove mangiarlo e non citare Checchino che sta là dal 1887 come fieramente racconta il nome e l’insegna. Sta là non dice nulla se quel “là” non viene geolocalizzato con “mattatoio”. O meglio, quel che era, oggi infatti è dismesso e gli spazi sono utilizzati per eventi e manifestazioni. Comunque tra il mattatoio e il bel mercato di Testaccio c’è Checchino che, indubbiamente è il regno del quinto quarto (il loro padellotto è un’ode a questi tagli che una volta erano di scarto) ma si difende bene anche con i primi della tradizione carbonara inclusa. Se vi capita di andarci, chiedete di fare un giro in cantina. Rimarrete a bocca aperta!
Da Roberto e Loretta – Via Saturnia 18/24 San Giovanni
Parlando di certezze, a Roma ogni quartiere ha le sue e a San Giovanni una di queste prende il nome di Roberto e Loretta. Moglie e marito, oggi eccellentemente supportati dal figlio, insomma un ristorante a conduzione familiare in cui si sta benissimo sempre, per un pranzo al volo, per una rincorrenza con amici e parenti (c’è a disposizione una bella sala riservata), per una cena con i fiocchi. Il menu viaggia agevolmente tra i classici della romanità, tra i quali è sempre presenta la festeggiata di oggi, e tanti classici italiani. Insomma, un posto sicuro in cui vale sempre la pena fermarsi.
Santo Palato – Piazza Tarquinia 4a/b – San Giovanni

Restiamo a San Giovanni, che è tra i quartieri più popolari e popolosi di Roma, dove trovare una buona carbonara comunque non è proprio facilissimo ma certamente si può contare su almeno due indirizzi. Il primo ve l’abbiamo raccontato sopra, il secondo è Santo Palato il bel locale di Sarah Cicolini. Questa giovane chef abruzzese si divide equamente tra la cucina e la sua viscerale passione per lo sport, se vedere una ricciolina correre al mattino presto per il centro di Roma, sappiate che è lei. In ogni caso Sarah, tolte le scarpe da corsa, entra i cucina e prepara una delle migliori carbonara della città. Per questo motivo, ma anche perchè qui si mangia e si beve bene, Santo Palato è letteralmente preso d’assalto quindi prenotate sempre, sul sito.
Osteria Palmira – Via Abate Ugone, 29 Monteverde Vecchio

In verità, volendo essere precisi e sinceri, questo bel ristorante di Monteverde Vecchio è il tempio di un altro grande classico laziale. Parliamo dell’amatriciana a cui la famiglia Rocchi, proprietaria del locale, è particolarmente legata perchè è proprio ad Amatrice che nacque la signora Palmira a cui è dedicato il nome del ristorante e non solo. In ogni caso due degli ingredienti della carbonara sono gli stessi dell’amatriciana (parliamo di pecorino e guanciale) e dunque l’attenzione nella selezione delle materie prime è la stessa. Anche qui la carbonara viene servita con i rigatoni e vi consigliamo di prenderla perchè è veramente gustosa, ma provate anche la loro amatriciana perché merita come pure l’antipasto di salumi, anche loro di Amatrice, con una notevole selezione di diverse tipologie di salami.
La Carbonara d’Oro – Via del Mare, 128

Non ci si può sbagliare, del resto il nome parla chiaro (fin troppo!). Vi diciamo che questo è un ristorante senza fronzoli qui veramente ci si viene per mangiare piatti semplici ma ben fatti. Insomma, se prenotate a la Carbonara d’Oro per trascorre una serata romantinca forse avete scelto male se invece volete trascorrere una serata spensierata tra amici mangiando una carbonara fatta bene insieme, ma anche la trippa alla romana o i saltimbocca, avete selezionato il ristorante giusto. Piccola curiosità: questo tempio della carbonara è all’interno di un circolo sportivo … !
Menabò Vino e Cucina – Via delle Palme, 44 D Centocelle

Altro bell’indirizzo in uno dei quartieri più vivaci della città è Menabò a Centocelle, osteria con l’anima di bistrot o vicevera. Anima, cuore e fatica dei fratelli Camponeschi, Daniele e Paolo, che la Carbonara (peraltro buonissima!) la tengono sempre in carta ma ricordate di chiederla perchè non sempre compare scritta sul menu che cambia tutti i giorni. Piccola “digressione” sul menu di Menabò e su come sia cambiato negli ultimi anni, oggi troverete infatti dei piatti di chiara espressione italiana e altri invece che rimandano a terre e tradizioni molto lontane da noi. Insomma un cambiamento che passa attraverso un arricchimento culturare grazie ad una squadra di cucina multietnica a cui i fratelli Camponeschi hanno voluto dare libertà d’espressione attraverso il menu. Insomma, c’è da divertisi parecchio sia con i piatti ma pure con i vini la cui selezione è interamente curata da Daniele.