Olio italiano 2016 – Annata disastrosa con un calo oltre il 40%

Produzione in netto calo rispetto al 2015, soprattutto per le regioni meridionali a causa dell’attacco della mosca olearia.
Da analisi e stime effettuate da numerose associazioni del settore, come l’Unaprol, il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori e l’Unione Nazionale di Associazioni Coltivatori Olivicoli, si evince che la campagna olearia 2016/2017 avrà una resa di oltre il 40% in meno rispetto alla raccolta dello scorso anno. Ciò è dovuto in misura maggiore al periodo della così detta alternanza produttiva, ma anche e soprattutto all’andamento climatico e all’attacco di parassiti e patogeni, in primis la mosca olearia, che con l’umidità eccessiva è stata difficile da contrastare.
Anche la primavera piovosa non ha certo favorito la fioritura e la successiva allegagione.
Il timore maggiore è che a fine campagna la percentuale di mancato raccolto possa arrivare al 50% ed oltre, nonostante molti frantoi abbiano aperto in maniera anticipata e non solo dove questa pratica è già comune, come in Sicilia, proprio per evitare l’attacco della mosca che dai monitoraggi risultava già molto pericolosa.
Purtroppo, se per le produzioni convenzionali si è cercato e, in alcuni casi riuscito, a contenere i danni attraverso monitoraggi e trattamenti preventivi, per le produzioni biologiche è stato ed è decisamente più difficile difendersi dai forti attacchi dei parassiti, compresa la tignola.
Così si prevede un -40% di produzione in Puglia, un po’ di più in Sicilia (42-45%) e addirittura il 50% in Campania. Diverso l’andamento in alcune regioni del nord come ad esempio il Veneto che dovrebbe avere un incremento di produzione di oltre il 30% rispetto al 2015.
Nonostante tutto la buona notizia è che restiamo il secondo produttore mondiale dopo la Spagna.
Antonio Marcianò