Alto Adige Sparkle 2024

di Francesco D'Agostino 2 Febbraio 2024

Una produzione piuttosto limitata quella altoatesina, ma sempre molto centrata da un punto di vista qualitativo. La nostra guida ne è lo specchio, tanto che l’assaggio delle poche referenze dell’Alto Adige è sempre un momento che in redazione tutti vogliono vivere. In questi ultimi anni molti produttori di vini fermi della provincia di Bolzano hanno deciso di cimentarsi nelle bollicine metodo classico, forti della loro competenza e reputazione nei vini tranquilli. Lo spumante attira e la condivisa propensione alla qualità che si percepisce quando si visita l’Alto Adige è una garanzia che ogni nuova storia di spumante sia interessante. Ecco allora che registriamo l’ennesima crescita nella produzione spumantistica in accordo alla Doc Alto Adige, superiore al 18% arrivando a sfiorare 600.000 bottiglie nella campagna vitivinicola del primo agosto 2022 al 31 luglio 2023 (dati Icqrf). Una tendenza che non si arresta da molti anni e che crediamo si confermerà nei tempi a venire.

Quanto salta agli occhi però è un altro dato. Gli altri spumanti (né Doc, né Igt) nella campagna 2021-2022 hanno superato 160.000 bottiglie, mentre nell’ultima sono più di 1.172.000, probabilmente in maggioranza dedicati al canale Gdo, esprimendo una nuovissima tendenza per l’Alto Adige, quella di fare vini di accesso anche nel mondo del vino spumante; ma ciò che stupisce è la scelta di non produrre in accordo alla Doc Alto Adige, unica via di uscita nel caso si trattasse di produzione con metodo Martinotti.

Ma veniamo ai nostri campioni, sono realtà che raccontiamo da molti anni e che già molte volte hanno convinto il nostro panel di degustazione. Cominciamo con Arunda, azienda storica dell’Alto Adige, che spumantizza in quel di Meltina a oltre millecento metri di altitudine, fondata da Sepp Reiterer, uno specialista del metodo classico che ha collaborato con cantine in ogni zona d’Italia, fino alla Sicilia, per far nascere vini metodo classico. 5 sfere all’Alto Adige Riserva Extra Brut 2017, che ottiene il suo sesto alloro; ad accompagnarlo, in una doppietta a cui Arunda è abituata, un vino nato negli ultimi anni, l’Alto Adige Perpetuum Extra Brut, figlio dei vini base di sei annate diverse, per due terzi, mentre un terzo è della 2017. Non manca all’appello Kettmeir con il suo Alto Adige Riserva 1919 Extra Brut 2017 al sesto 5 sfere consecutivo con il vino dedicato all’anno di fondazione dell’azienda. E non manca Cantina Kurtatsch con l’Alto Adige Riserva 600 Blanc de Blancs Extra Brut 2017, al quarto alloro, sempre premiato dalla sua uscita e sempre più interessante, quest’anno extra brut, gli anni precedenti pas dosé. In tutto sono quindici i vini altoatesini in guida, con due novità rispetto agli anni passati. Un vino immediato e moderno da parte di Erste+Neue, un metodo classico a corta maturazione sui lieviti in bottiglia, per un consumo giovane e semplice. Un metodo classico importante da parte di Gerhard Sanin, enologo dell’area di Caldaro che ha creato prodotti veramente eccellenti per Erste+Neue prima dell’assorbimento della Cantina in quella di Caldaro, ora è consulente per diverse realtà e produttore di questo interessante spumante a suo nome. (F.D’A.)