Emilia Romagna Sparkle 2024
Le bollicine dell'Emilia Romagna in Sparkle 2024, ventiduesima edizione della guida dedicata ai migliori spumanti italiani
Supera il muro dei 20 milioni di bottiglie di spumante la produzione emiliano romagnola nella campagna 2022-2023, con una crescita sulla precedente superiore al 4%. Andando a cercare tra i dati di Icqrf, si scopre che le diverse Doc del Lambrusco arrivano a quasi due milioni e mezzo di bottiglie, mentre il Pignoletto spumante Doc, si avvicina moltissimo a tre milioni di bottiglie ed è la denominazione di spumante più prodotta nella regione. E poi c’è una produzione limitata, per ora, a circa sessantamila bottiglie della Docg Colli Bolognesi Pignoletto. La voglia di produrre spumante però si manifesta più incisiva in quelli generici che hanno superato dodici milioni di bottiglie, dato non trascurabile, come a dire che è su chardonnay e pinot nero che gli emiliani della provincia di Piacenza, puntano ottenendo ottimi risultati. La produzione di spumanti generici prodotti nell’ultima campagna vitivinicola in provincia di Piacenza supera quattro milioni e mezzo di bottiglie. Non è un caso che la zona sia confinante con l’Oltrepò Pavese e che abbia predisposizioni simili.
Tipologia | DOC | IGT | GENERICI | VARIETALI | Totale |
2022-2023 | 5,7 | 2,5 | 10,1 | 2 | 20,3 |
2021-2022 | 5,07 | 2,8 | 9,18 | 2,45 | 19,5 |
Variazione | -1,5% | -12,5% | 17% | -4,3% | 4,% |
Non c’è stato l’acuto da parte dell’Emilia Romagna in Sparkle 2024, ma è evidente l’attitudine di alcune realtà molto vicine alle 5 sfere. Nella versione spumante il Lambrusco, specialmente il Sorbara, si sta scrollando di dosso alcuni dubbi del passato. Seppure sia una delle viti lambrusco con i tannini meno incisivi, nella spumantizzazione è necessario averne il meno possibile per garantirsi l’eleganza e i produttori dei dintorni di Modena ci stanno riuscendo. Trovate in guida degli interpreti molto interessanti. Parlando del Lambrusco spumante in genere, la ricerca di proporre vini poco dosati è uno stile che molti inseguono, ma che pochi riescono a interpretare. Il tannino delle uve è una presenza importante, tanto che nelle interpretazioni frizzanti spesso chiede una buona presenza di zuccheri per essere domato e non asciugare il palato. Nelle versioni rosé ovviamente questo problema è limitato, ma l’esuberanza tannica dell’uva, facilmente, insieme al poco colore cede una quantità di tannino che nella dinamica di uno spumante occupa talvolta uno spazio troppo importante, da renderlo un po’ scorbutico al palato. Quanto ai piacentini, amanti delle uve francesi, sono anni che li teniamo d’occhio e i risultati sono eccellenti, siamo fiduciosi che l’alloro torni già il prossimo anno. (F.D’A.)