Franciacorta Sparkle 2023
Le bollicine della Franciacorta in Sparkle 2023, ventunesima edizione della guida dedicata ai migliori vini spumanti italiani

Ne ha fatta di strada il territorio franciacortino da quando, solo nel 1963, uscì il primo Pinot di Franciacorta dell’annata 1961, targato Guido Berlucchi. Peraltro non si innescò subito una dinamica di sviluppo importante per tutto il territorio, a livello viticolo ancorato all’uva da vino rosso. Sono stati gli uomini, lentamente, a convincere “le campagne” che il futuro era nello chardonnay, probabilmente prima che questa varietà venisse riconosciuta e autorizzata in Italia nel 1978, insieme al pinot nero e al pinot bianco. Il territorio ha cominciato a decollare in termini di numeri a partire da inizio anni Novanta e in soli trenta anni è arrivato a commercializzare nel 2021 venti milioni e trecentomila bottiglie, raddoppiando la penetrazione sul mercato nell’arco di dieci anni. Questi dati sono forniti dall’Osservatorio economico, fondato in seno al Consorzio Franciacorta oltre dieci anni fa, e sono frutto di elaborazioni basate sui numeri reali forniti dall’81,9% delle aziende che commercializzano Franciacorta. Un altro dato interessante è la stima del prezzo medio all’origine della bottiglia singola, pari a 13,47 euro nel 2021, per una cifra di affari del territorio superiore a 273 milioni di euro, dato che riteniamo conservativo. Attualmente il vigneto franciacortino conta poco più di tremila ettari e ci si può aspettare una crescita ulteriore inferiore al 30%, visti i limiti di produzione per ettaro imposti dal disciplinare. Un nuovo periodo di sviluppo come quello vissuto negli ultimi dieci anni è quindi possibile solo a fronte di nuovi impianti, posto evidentemente che il mercato recepisca. In questo senso l’export franciacortino è ancora limitato a circa il dieci per cento del prodotto commercializzato, con margini di crescita importanti; anche se all’estero la competizione è più ostica, i nostri produttori hanno dalla loro, oltre l’alta qualità, l’immagine dell’Italia, che nell’agroalimentare ha una valenza non da poco. (continua)

Fanciacorta Brut Nature
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Franciacorta ’61 Brut
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Franciacorta ’61 Nature 2015
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Franciacorta ’61 Rosé Brut
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Franciacorta ’61 Rosé Nature 2015
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Franciacorta ’61 Satèn
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Franciacorta 180 Dosaggio Zero 2015
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Franciacorta Ammonites Satèn
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Franciacorta Animante Extra Brut
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Franciacorta Animante L.A. Dosaggio Zero
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Franciacorta Animapura Pas Dosé 2016
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Franciacorta Annalisa Faifer Rosé Brut 2018
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Franciacorta Anthologie Blanc Extra Brut 2018
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Franciacorta Anthologie Noir Extra Brut 2018
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Franciacorta Arcadia Extra Brut 2018
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Franciacorta Ardea Herodias Satèn 2018
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Franciacorta Artio Rosé Brut 2018
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Franciacorta Athena Rosé Brut 2018
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Franciacorta Audens Dosaggio Zero
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Franciacorta Blanc de Blanc Brut
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Franciacorta Blanc de Blancs 25 Brut
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Franciacorta Blanc de Blancs Brut 2018
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Franciacorta Blanc de Noir Crisalis Brut 2016
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Franciacorta Blanc de Noir Extra Brut 2016
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Franciacorta Blanc de Noirs Extra Brut 2016
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Franciacorta Blanc de Noirs Pas Dosé 2016
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Franciacorta Brigantia Satèn 2018
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Franciacorta Brut
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Franciacorta Brut
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Franciacorta Brut
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Dal punto di vista dei numeri di produzione, che si rifanno all’inizio della fase di spumantizzazione, della durata minima di diciotto mesi, risentono della vendemmia precedente di tre anni per i Brut non millesimati, i più numerosi. Infatti, nel 2019 c’è stato un calo di produzione dopo l’exploit del 2018, annata ottima e ricca dal punto di vista quantitativo, e la campagna vitivinicola 2021-2022 ha fatto registrare una produzione di 19,4 milioni di bottiglie, il 7,4% in meno rispetto alla campagna precedente (dati Icqrf). Parliamo ora dei premiati di Sparkle 2023 e non può mancare la nostra tabella riassuntiva delle 5 sfere della Franciacorta elencata per residuo zuccherino:
NON DOSATI | |
Franciacorta Naturae Edizione 2018 | Barone Pizzini |
Franciacorta Riserva Bagnadore Dosaggio Zero 2014 | Barone Pizzini |
Franciacorta Veritas Nature | Bonfadini |
Franciacorta Riserva B.C. Dosaggio Zero 2011 | Bosio |
Franciacorta Riserva Cuvée Annamaria Clementi Dosage Zéro 2013 | Ca’ del Bosco |
Franciacorta Riserva Vintage Collection Dosage Zéro Noir 2013 | Ca’ del Bosco |
Franciacorta Riserva Casa delle Colonne Zero 2013 | Fratelli Berlucchi |
Franciacorta Riserva Secolo Novo Dosage Zéro 2013 | Le Marchesine |
Franciacorta Superno Dosaggio Zero | Marzaghe |
Franciacorta Riserva Døm Dosaggio Zero 2015 | Mirabella |
Franciacorta Cabochon Doppio Zero Brut Nature 2016 | Monte Rossa |
Franciacorta Riserva Noir Brut Nature 2012 | Monzio Compagnoni |
Franciacorta Riserva Riedizione 2022 Pas Dosé 2007 | Mosnel |
Franciacorta Riserva Sublimis Dosaggio Zero 2014 | Uberti |
Franciacorta Diamant Pas Dosé 2016 | Villa Franciacorta |
EXTRA BRUT | |
Franciacorta Riserva Palazzo Lana Extrême Extra Brut 2011 | Guido Berlucchi |
Franciacorta Riserva Cuvée Annamaria Clementi Rosé Extra Brut 2013 | Ca’ del Bosco |
Franciacorta Eronero Extra Brut 2014 | Ferghettina |
Franciacorta Extra Brut 2015 | Ferghettina |
Franciacorta Riserva Pìné Rosé Extra Brut Raccolta 2012 | Quadra |
Franciacorta Quinque Extra Brut | Uberti |
BRUT | |
Franciacorta Satèn 2018 | Mirabella |
Franciacorta Magnificentia Satèn 2018 | Uberti |
Da anni monitoriamo le scelte dei produttori franciacortini che continuano a ridurre il residuo zuccherino nei loro vini, incrementando le produzioni di non dosati e di extra brut, specialmente nei prodotti di punta, quelli in cui gli obiettivi sono molto ambiziosi e il legame con i vigneti giocoforza molto più stretto. Lo zucchero ha una valenza molteplice nella finitura di un vino perché oltre a smussarne alcune asperità, sostenendolo a trovare un migliore amalgama, può aiutare ad allungare la vita stessa dei vini. Insomma, la ricerca di un eccellente equilibrio gustativo, eliminando o riducendo drasticamente il dosaggio pre-tappatura, è un’attività più difficile, ovvero richiede un percorso di produzione almeno più attento. Il rovescio della medaglia è che in Franciacorta sembra che di difficoltà a trovare equilibrio togliendo gli zuccheri proprio non ne abbiano, visti i risultati. Al di là della valutazione che abbiamo assegnato a ciascun vino durante i nostri assaggi finali, quello che è emerso in modo veramente significativo è il livello di precisione dei tanti Franciacorta degustati. Certo si tratta di selezioni speciali e Riserve, ovvero dei vini di punta delle aziende, cosa che non sminuisce l’eccellente prestazione di insieme.
Un altro aspetto che ci interessa sottolineare sono le annate dei vini in finale e quindi attualmente in commercio. I lunghi periodi di maturazione sui lieviti non sono la soluzione per fare un grande vino, semmai è il contrario, solo un grande vino può permettersi lunghe soste sui lieviti per trovare particolarità espressive, maggiore personalità e profondità, una tessitura più fitta. Il punto è che in Franciacorta sono ormai molte le aziende in grado di cimentarsi con successo in questa direzione, tanto che quest’anno premiamo vini con tempi di maturazione in bottiglia da un minimo di trenta mesi fino al picco di circa centoquaranta, passando per una nutrita schiera da ben novanta mesi. Facendo riemergere i due Rosé dalla lista, ci si rende conto che anch’essi sono prodotti che non hanno nulla a che fare con la tendenza attuale al bere rosa leggiadro e sbarazzino, proponendo al contrario la sintesi tra potenza, profondità e finezza. E poi due Satèn, gli unici brut, che riescono a fondere complessità con agilità di beva. Insomma, la giostra Franciacorta suscita molte emozioni. Andando sulle prestazioni aziendali, emergono quelle di Ca’ del Bosco e Uberti che ottengono tre allori, non per la prima volta, confermando un livello medio di produzione veramente notevole. E poi le doppiette di Barone Pizzini, Ferghettina e Mirabella, per quest’ultima è la prima volta. Nella lista dei premiati occorre sottolineare Bonfadini, al suo primo 5 sfere. (F.D’A.)