Trentino Sparkle 2023
Le bollicine del Trentino in Sparkle 2023, ventunesima edizione della guida dedicata ai migliori vini spumanti italiani

L’alta qualità del Trentodoc è un aspetto consolidato, patrimonio non solo degli addetti ai lavori, ma di tutti i consumatori. L’alta considerazione del pubblico è un grande sprone a fare di più, ma si sa, per fare un grande metodo classico, si parte dalla scelta del vigneto e poi una volta vinificata l’uva ci vogliono almeno due anni per andare sul mercato. Diciamo che il Trentino da questo punto di vista ha le spalle coperte, forte di circa tremila ettari vitati a chardonnay. Questo per dire che i margini di crescita sono importanti e che il territorio può facilmente seguire le richieste del mercato. Nella campagna vendemmiale 2020-2021 (dal primo agosto al 31 luglio dell’anno successivo) i produttori della provincia di Trento hanno spumantizzato quasi tredici milioni di bottiglie, mentre nella successiva conclusasi lo scorso 31 luglio è stato registrato un balzo in avanti del 19%, superando 15 milioni (dati Icqrf). Sono bottiglie messe in tiraggio, che riposeranno molto tempo prima di uscire sul mercato, il segreto del grande metodo classico è appunto il tempo, ma l’incremento è netto. Si potrebbe eccepire che la campagna 2020-2021 sia stata condizionata dal Covid, ma in realtà nella precedente il Trento era poco sopra tredici milioni. Insomma, i produttori trentini si danno da fare, forti di un mercato che dà loro ragione. (continua)

André Brut 2017
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André Rosé Brut 2017
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Cuvée Extra Brut
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Gran Cuvée André Extra Brut 2014
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Rosé Brut
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Santacolomba Brut
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Trento 1673 Noir Nature 2017
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Trento 1673 Rosé Brut 2015
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Trento 1907 Brut
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Trento 1907 Extra Brut 2017
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Trento 51,151 Brut
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Trento 708 Chilometri Extra Brut 2017
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Trento Alpe Regis Brut 2016
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Trento Alpe Regis Extra Brut 2016
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Trento Alpe Regis Pas Dosé 2016
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Trento Alpe Regis Rosé Brut 2017
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Trento Altinate Blanc de Blanc Brut 2018
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Trento Altinum Brut 2018
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Trento Altinum Pas Dosé 2018
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Trento Antares Brut 2018
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Trento Antares Brut Nature 2018
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Trento Antares Rosé Brut 2017
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Trento Blanc de Blancs Brut
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Trento Blanc de Noirs Brut 2018
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Trento Blau Blanc de Noirs Extra Brut 2015
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Trento Brut
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Trento Brut
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Trento Brut
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Trento Brut
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Trento Brut
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Parlando ora della proposta trentina in termini di gamma di prodotti, si sta diffondendo l’utilizzo dell’uva pinot nero in purezza per nuove etichette. È un processo cominciato molti anni fa, ma quest’anno abbiamo assistito alla proposta di diverse nuove etichette in cui si cerca di portare in bottiglia, riuscendoci, lo spirito delle montagne trentine in un’uva nera di smisurato carattere, molto difficile, ma in grado di dare grandi soddisfazioni. I vitivinicoltori trentini ci sono riusciti ed ecco una bella schiera di etichette, anche tra quelle premiate, da solo pinot nero. Non possiamo aspettarci crescite particolari nel breve periodo poiché il territorio ha a disposizione circa quattrocento ettari di questa varietà, tra vigneti impiantati con cloni dedicati al rosso e altri con cloni da spumante.
Altro aspetto che si evince assaggiando annualmente da ventuno anni i vini della denominazione è il continuo lento incremento della proposta di Trento Riserva, figli di affinamenti sempre più lunghi. Era il 1972 quando Mauro Lunelli mise via di nascosto cinquemila bottiglie di quella che poi diventò la Riserva del Fondatore Giulio Ferrari nel 1980, aprendo un nuovo filone del savoir faire italiano nel mondo dello spumante. Oggi il numero di etichette a lungo affinamento e di alta qualità cresce lentamente di anno in anno, manifestando un allargamento della platea della competenza.
Il Trentino quest’anno porta in guida 126 etichette, come nella passata edizione, di cui 118 Trentodoc. La denominazione trentina, come abbiamo visto, sta continuando a vivere un momento molto positivo in termini di quantità prodotta e in questa dinamica si inseriscono anche delle nuove realtà che, giustamente, entrano in punta di piedi nella Doc, magari abbracciandola dopo un anno o più di prova sul mercato. In questo senso possiamo prevedere che la fase di crescita del numero di aziende e del numero di etichette sia ancora in corso, altro sintomo di un territorio che funziona. Parliamo delle 5 sfere, quest’anno a quota 22, due in più della passata edizione. Ve le proponiamo nella tabella con la chiave di lettura del residuo zuccherino.
BRUT | |
Trento Riserva Graal Brut 2015 | Altemasi |
Trento Riserva R Brut 2012 | Cantina Rotaliana |
Trento Riserva Aquila Reale Brut 2012 | Cesarini Sforza |
Trento Riserva Perlé Bianco Brut 2015 | Ferrari |
Trento Riserva + 4 Rosé Brut 2011 | Letrari |
Trento Riserva del Fondatore 976 Brut 2011 | Letrari |
Trento Riserva Inkino Carlo V Brut 2012 | Mas dei Chini |
Trento Monsieur Martis Rosé de Noir Brut 2017 | Maso Martis |
Trento 51,151 Brut | Moser |
Trento Riserva Flavio Brut 2014 | Rotari |
EXTRA BRUT | |
Trento Riserva Vent Extra Brut 2015 | Cantina Toblino |
Trento Le Général Dallemagne Extra Brut 2015 | Cantine Monfort |
Trento Riserva 1673 Extra Brut 2014 | Cesarini Sforza |
Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Rosé Extra Brut 2010 | Ferrari |
Trento Riserva Perlé Nero Extra Brut 2015 | Ferrari |
Trento Riserva Quore PieNne Extra Brut 2016 | Letrari |
Trento Blau Blanc de Noirs Extra Brut 2015 | Moser |
Trento Riserva Erminia Segalla Extra Brut 2014 | Pisoni |
Trento Riserva Maso Nero Blanc de Noir Extra Brut 2016 | Zeni |
NON DOSATI | |
Trento Riserva Pas Dosé 2015 | Balter |
Trento 1673 Noir Nature 2017 | Cesarini Sforza |
Trento Brut Nature 2016 | Moser |
Il Trentino continua a essere l’unica area delle grandi denominazioni del Nord in cui il dosaggio zuccherino brut ha la meglio, seppur il vantaggio con la tipologia successiva, l’extra brut si è ormai ridotto a un solo alloro. Infatti, i vini premiati sono molto spesso i vini di punta delle aziende che scelgono per i propri vertici il meglio che possono fare nel loro territorio. Se possibile, si tratta di un ulteriore tassello che dimostra l’influenza del cambiamento climatico sulle scelte dei produttori per avere in bottiglia vini equilibrati. Il Trentino, infatti, è l’area con caratteristiche climatiche più fresche tra le grandi denominazioni settentrionali, e vive questo passaggio a vini meno dosati più lentamente, avendo in bottiglia acidità più spinte.
Un’altra chiave di accesso alla lista dei premiati potrebbe essere quella dei vitigni utilizzati. Lo chardonnay comanda in Trentino, ma la scelta di cimentarsi sul pinot nero con vini di punta sta allargandosi e questo anno abbiamo ben cinque premiati figli di questa uva e un sesto vino, quello di Maso Martis, anche da uve nere, ma pinot meunier.
Ora le aziende, le vere protagoniste di tanta bellezza. Partiamo da quelle realtà che riescono a fare la tripletta di allori, Cesarini Sforza, Ferrari, Letrari e Moser. Un aspetto preso nel suo insieme che conforta perché si tratta di realtà di dimensioni diverse, con Ferrari ad aver raggiunto questo traguardo già altre volte, e rappresenta la spia di una capacità di leggere il territorio ormai meravigliosamente digerita e condivisa da diverse aziende che aumentano di numero negli anni. Un segnale inconfutabile di quanto dicevamo in apertura. Chiudiamo con il vino e l’azienda premiati per la prima volta: Cantina Toblino presenta una gamma di prodotti meglio centrata che negli anni passati e una nuova Riserva che va subito a segno, 5 sfere al Trento Riserva Vent Extra Brut 2015. (F.D’A.)